Sinner crolla in finale contro Alcaraz dopo soli 23 minuti di agonia! Il numero 1 del mondo si ritira per un malanno, lasciando tutti a bocca asciutta in quel forno di Cincinnati. Tra scuse piene di drama e un caldo che farebbe sciogliere anche un ghiacciaio, è l’ennesima vittima del clima impazzito. #TennisDisastro #SinnerOut #CaldoInfernale
Che debacle epica per Jannik Sinner! Il campione uscente del Masters 1000 di Cincinnati ha alzato bandiera bianca dopo appena 23 minuti contro Carlos Alcaraz, ritirandosi sul risultato di 0-5 nel primo set. L’altoatesino, visibilmente ko, si è scusato con il pubblico durante la premiazione, lasciando tutti di stucco con parole stra-cariche di rimorso: “Mi dispiace tantissimo deludervi. Da ieri non mi sentivo bene. Speravo di migliorare durante la notte, ma invece sono peggiorato. Ho provato a scendere in campo e dare almeno il mio piccolo contributo, ma non ce l’ho fatta a resistere di più. Mi dispiace davvero tanto per tutti voi. So che alcuni di voi magari oggi, di lunedì, avevano il lavoro o altri impegni, quindi mi dispiace davvero moltissimo”. In conferenza stampa, il suo team di Vagnozzi e Cahill ha rivelato che si prenderà un paio di giorni di riposo per gli US Open, saltando pure l’esibizione di doppio misto con Siniakova – perché, diamine, chi resiste a ste temperature folli?
E ora, il colpo di scena: “Scusatemi, non ce la faccio. Mi sento troppo male, non riesco a muovermi…”, ha borbottato Sinner al fisioterapista sul campo, prima di arrendersi. Secondo Eurosport Italia, era febbricitante con 38°C, colpito da un’influenza presa il giorno prima, e quel mix letale di afa e umidità in Ohio l’ha massacrato. Non è una novità: già in semifinale contro Atmane, Sinner arrancava con respiri affannosi, ma se l’è cavata – per poco. Come ha sbottato lui stesso: “È stato uno dei tornei più caldi che io abbia mai giocato”, e il caldo torrido di Cincinnati non ha fatto sconti, trasformando la finale in un incubo.
Parlando di disastri termici, Cincinnati batte tutti i record con 11 ritiri per il caldo nei tornei di singolare – da Davidovich Fokina a Zverev, che si è trascinato in semifinale lottando contro il diabete e temperature oltre i 35°C. Questo torneo, vecchio come Matusalemme dal 1899, è a rischio estinzione per il cambiamento climatico: uno studio prevede che entro il 2026 quasi il 49% delle partite potrebbe saltare per il termometro impazzito, salendo al 63% entro fine secolo. I campi in cemento qui trattengono calore come un forno, rendendoli 7-9 gradi più bollenti dell’esterno – roba da far sudare anche i ricchi spettatori.
E il tennis? Un casino totale senza regole uniformi per il caldo estremo! La WTA ha un protocollo decente con pause di 10 minuti oltre i 30°C, ma gli uomini? Niente, zero, nada. Mentre a Melbourne hanno lanciato l’Australian Open Extreme Heat Protocol per non far collassare nessuno, i giocatori implorano da anni di estenderlo al resto del circuito – soprattutto in questi inferni yankee. Entro il 2050, gli Slam cuoceranno: 39°C a Melbourne, 35°C a New York… insomma, se non sistemano sta roba, addio ace e via con i colpi di calore!