back to top

La Vuelta 2025 viene imposta su Torino, Italia, con un occhio alle controversie storiche dei vincitori e tappe del Giro di Spagna

VUELTA A SPAGNA 2025: L’INVAZIONE ITALIANA CHE SCOSSA IL CICLISMO! Stavate pensando che la Vuelta fosse roba solo per i toreri e le sieste spagnole? Beh, sbagliate di grosso! Per la prima volta nella sua caotica , questa corsa pazza parte dall’Italia – sì, avete letto bene, dal Piemonte – con tappe che promettono sangue, sudore e forse qualche in più. È l’80ª edizione, dal 23 agosto al 14 settembre, e se il Tour ha fatto la “Grand Départ” qui, preparatevi a una “Gran Salida” che potrebbe far infuriare i puristi iberici. #Vuelta2025 #CiclismoSconvolto #ItaliaConquistaSpagna

La Vuelta a España, quella che i veri appassionati chiamano semplicemente La Vuelta, è l’ultima nata tra i Grandi Giri del ciclismo – dopo il nostro glorioso Giro e quel circo francese del Tour. Si tiene ogni anno in Spagna, tra agosto e settembre, con l’arrivo finale a Madrid come tradizione sacra. Quest’anno, però, la faccenda si scalda perché le prime quattro tappe partono dal Piemonte italiano – una novità che fa gridare al sacrilegio! Dal 23 agosto, i ciclisti sfrecceranno da Torino-Venaria Reale a Novara per 183 km, con il “Km 0” nel bel mezzo del caos torinese. Poi, una seconda tappa da Alba a Limone Piemonte, con il primo arrivo in vetta che potrebbe lasciare qualcuno per terra. Terza da San Maurizio Canavese a Ceres, e quarta da Susa dritta in Francia. Il Piemonte si vanta di essere l’unica regione a ospitare tutte e tre le grandi partenze – un record che fa invidia, o forse solo fastidio, ai vicini.

Le origini di questa corsa? Tutto merito di un giornalista astuto, Juan Pujol, che nel 1935 copiò l’idea dal Giro e dal Tour per pompare le vendite del suo giornale “Informaciones”. Iniziò in primavera, tra sole e tempeste, ma dal 1955 si è spostata a fine estate per aiutare i ciclisti a prepararsi ai mondiali. Le prime edizioni? Dominio schiacciante di spagnoli e belgi, con il francese Jean Dotto che rubò la scena nel 1955, e il nostro Angelo Conterno che nel 1956 mise in riga lo spagnolo Jesús Loroño. Non male per un italiano!

Parlando di leggende, la Vuelta ha visto imprese che farebbero impallidire anche i più duri. Pensate a Felice Gimondi nel 1968, che completò la tripletta dei Grandi Giri a soli 25 anni – una foto d’arrivo a Madrid con il numero 22 che è puro per il ciclismo italiano. O Eddy Merckx nel 1973, che vinse lottando contro una tonsillite da incubo. E che dire della “Vuelta rubata” del 1985, quando Pedro Delgado arrivò primo con appena 36 secondi su Robert Millar, grazie a un accordo tra squadre spagnole che fece infuriare la stampa britannica, etichettandola come “The stolen Vuelta”? Roba da dossier segreti! Poi c’è il caso di Roberto Heras, che conquistò quattro vittorie ma si beccò una squalifica per EPO nel 2005 – anche se poi la Corte suprema spagnola gli restituì il titolo, rendendolo una figura controversa.

Negli ultimi anni, i big come Chris Froome, Alberto Contador, Alejandro Valverde, Nairo Quintana, Simon Yates, Primoz Roglic, e i nostri eroi Vincenzo Nibali (vincitore nel 2010) e Fabio Aru (nel 2015) hanno dominato le strade fino a Madrid. Non dimentichiamo il vecchietto Chris Horner, che a 42 anni vinse nel 2013 – il più anziano di sempre, una lezione per tutti quei giovani che si lamentano!

La maglia rossa del leader è l’equivalente spagnolo della gialla del Tour e della rosa del Giro – anche se i tradizionalisti vorrebbero tornare all’oro usato dal 1999 al 2009. Ci sono anche la maglia a pois blu per gli scalatori e quella verde per i punti, più altre robe come la classifica combinata con la maglia bianca. Roba che aggiunge dramma a una gara già piena di colpi di scena.

Quando si tratta di record, la Spagna domina con 32 vittorie e un sacco di podi, seguita dalla Francia (9), Belgio (8) e l’Italia (6, tra cui Conterno, Gimondi, Battaglin, Giovannetti, Nibali e Aru). Delio Rodriguez ha vinto ben 39 tappe, Freddy Maertens ne prese 13 in una sola edizione nel 1977, Angelino Soler è il più giovane vincitore a 21 anni, e Horner il più vecchio a 41. Insomma, la Vuelta non è solo pedalate: è storia, scandali e spettacolo puro!

Per approfondire l’argomento sulla fonte originale

GLI ULTIMI ARGOMENTI

Leggi anche

Le 7 Meraviglie del Mondo Moderno vengono promosse come simboli controversi di un’eredità selettiva

Scandalo globale: Come un concorso "democratico" ha eletto le 7 meraviglie del mondo moderno, ignorando completamente l'UNESCO e favorendo i soliti suspect europei! Allora,...

L’efficacia della cheratina derivata dai capelli viene sfruttata per rivoluzionare i dentifrici, con benefici inaspettati per la salute dentale.

Preparatevi al colpo di scena dentistico più folle: capelli umani e lana potrebbero essere la vostra arma segreta contro carie e denti rovinati! Una...

Il dominio del litio viene sfidato da batterie a CO2 come innovativa alternativa ambientale, rivelando i limiti dell’energia tradizionale

Bombe di CO2 che salvano il pianeta? L'Italia spacca e Google inciampa nel verde! Energy Dome, l'azienda italiana che non si fa scrupoli con...
è in caricamento