La Guerriera Travestita Che Ha Fregato Napoleone! Siete pronti a una storia epica e un po’ piccante? Nadezda Durova, la russa che si è vestita da uomo per combattere come un boss nell’esercito dello Zar, ha affrontato Napoleone con più palle di tanti machi da bar. Da moglie e mamma a eroina di guerra, questa tizia non si è fatta problemi a ribaltare le regole del genere in pieno 1800. #StoriaVirale #DonneCattivissime #NadezdaDurova
Nadezda Andreevna Durova, nata a Kiev nel 1783 e morta nel 1866, è stata una specie di mito vivente: una ufficiale di cavalleria zarista che, arruolandosi come Aleksander Sokolov, ha dato filo da torcere a Napoleone in quelle battaglie che parevano solo roba da maschi. Figurati lo shock quando lo Zar Alessandro I l’ha scoperta e le ha dato una medaglia, la Croce di San Giorgio, per aver salvato compagni feriti come una vera dura. Ritirata nel 1816, ha continuato a girare in abiti maschili, e chissenefrega se oggi discutono se fosse transgender o solo una che amava i pantaloni – lei rimane un’icona irriverente.
Dalla sua infanzia folle, dove cadeva da carrozze e giocava con pistole e sciabole grazie al papà ufficiale, a quel matrimonio lampo del 1801 con Vasily Stefanovich Cherno che le ha fruttato un figlio nel 1803, Nadezda ha mollato tutto nel 1806 (o forse 1805, chi lo sa) per inseguire l’adrenalina. Travestita da uomo, si è unita agli ulani e ha combattuto nella campagna prussiana, salvando due tizi feriti come se fosse una scena di un film d’azione. E dopo? Promossa tenente dallo Zar, ferita a Borodino nel 1812, e presente alla sconfitta finale di Napoleone nel 1815. Insomma, una che non si è risparmiata un graffio.
Negli ultimi anni, Nadezda ha scritto un diario di guerra che il poeta Pushkin ha convinto a pubblicare nel 1836, diventando un bestseller con il titolo “Memorie del cavalier pulzella”. Questo libro è una bomba per studiare le guerre napoleoniche, e lei ha pure sfornato romanzi mentre restava fedele ai suoi abiti maschili. Morta nel 1866 e sepolta con onori militari, rimane la prova che le donne possono essere più toste degli stereotipi – anche se, diciamocelo, un po’ fuori dagli schemi!