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Ossido mercurico : proprietà, reazioni, usi

L’Ossido Mercurico: Struttura e Proprietà

L’ossido mercurico, con formula HgO, rappresenta uno dei principali ossidi del mercurio. Questo composto vede il mercurio legato all’ossigeno tramite un doppio legame e presenta un numero di ossidazione +2, risultando tossico per la maggior parte degli organismi viventi. Si trova naturalmente nel minerale montroydite.

Altri ossidi di mercurio includono l’ossido di mercurio (I) Hg2O e il perossido di mercurio HgO2.

Struttura e Proprietà Fisiche

L’ossido mercurico si presenta sotto forma di una polvere rossa o rossastra, il cui colore può variare a seconda del metodo di sintesi utilizzato. La variante rossa si ottiene riscaldando il mercurio in presenza di ossigeno, mentre quella gialla tramite sintesi a freddo come la precipitazione. La diversità di colore è attribuibile alle dimensioni delle particelle: più finemente polverizzate, più tendenti al giallo.

Solubilità e Struttura Cristallina

Questo composto è poco solubile in acqua, acetone, alcoli, ammoniaca ed eteri. A pressione atmosferica, ha due forme cristalline: una ortorombica e una esagonale. A pressioni superiori a 10 GPa, entrambe le strutture cristalline si convertono in una forma tetragonale.

Sintesi dell’Ossido Mercurico

L’ossido mercurico può essere ottenuto attraverso la pirolisi del nitrato di mercurio (II) con la formazione di biossido d’azoto e ossigeno. Inoltre, a 350°C, questo ossido può essere prodotto dalla reazione del metallo con l’ossigeno.

Reazioni Chimiche dell’Ossido Mercurico

L’ossido mercurico può reagire con acido nitrico per formare nitrato di mercurio (II) e con cloro per produrre cloruro di mercurio (I) e ossigeno. Queste reazioni evidenziano la versatilità di questo composto in contesti di ossidoriduzione.

In conclusione, l’ossido mercurico rappresenta un elemento importante nella del mercurio, con proprietà distintive e reattività chimica significativa.

L’utilizzo dell’ossido di mercurio (II)

L’ossido di mercurio (II) è un composto chimico che può essere ottenuto grazie all’azione dell’

acido solforico

sull’

ossido di mercurio

, producendo solfato di mercurio e acqua. In determinate condizioni, come la presenza di luce o temperature elevate, l’ossido di mercurio subisce una

decomposizione termica

che porta alla formazione di mercurio e ossigeno.

Il legame tra mercurio e ossigeno è relativamente debole, rendendo la decomposizione dell’HgO inossidabile un processo abbastanza semplice. Una scoperta effettuata nel lontano 1775 dal chimico inglese Joseph Priestley.

Usi dell’ossido di mercurio (II)

Nonostante la sua tossicità, l’HgO trova applicazioni in vari settori. Ad esempio, è possibile creare un materiale resistente alle radiazioni gamma drogando piccole quantità di HgO in Nano-Bentonite. Questo composto è utilizzato nella di mercurio, nelle , negli antisettici topici e nella preparazione dei catodi per le .

Le batterie al mercurio sfruttano la reazione tra l’ossido mercurico e gli elettrodi di zinco in un elettrolita alcalino. Al catodo avviene la riduzione dell’HgO, mentre all’anodo si verifica l’ossidazione dello zinco. Questa reazione globale ha un potenziale di .35 V.

Inoltre, l’ossido di mercurio (II) è impiegato come intermedio chimico per la produzione di sali di mercurio, composti organici di mercurio e monossido di cloro. Viene anche utilizzato come antisettico in prodotti farmaceutici, componente di batterie a secco, pigmento e modificatore di vetro, fungicida, conservante nei cosmetici e reagente analitico.

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