L’austenite rappresenta una soluzione solida di carbonio nel ferro γ, formata sotto specifiche condizioni termiche. Questo stato è stabile in un intervallo di temperature che va da 723 °C a 1495 °C. Negli acciai austenitici, la presenza di nichel contribuisce a stabilizzare la struttura anche a temperatura ambiente.
Origini del termine “austenite”
Il termine “austenite” è stato scelto in onore del metallurgista inglese Sir William Chandler Roberts-Austen, noto per i suoi studi sulle caratteristiche fisiche dei metalli e delle loro leghe. Con questo termine si fa riferimento al ferro che assume una configurazione cristallina cubica a facce centrate, che si verifica nel sistema Fe–C superando la temperatura eutettoide di 723 °C.
La sorprendente versatilità del ferro si traduce nella sua capacità di esistere in diverse forme allotropiche, tutte chimicamente identiche, ma con differenti proprietà fisiche. A temperatura ambiente, il ferro presenta una struttura cristallina cubica a corpo centrato. Tuttavia, al di sopra dei 910 °C, assume una forma cubica a facce centrate, nota come ferro gamma (γ-Fe) o austenite.
Diagrammi di fase e trattamenti termici
Nel processo di trattamento termico degli acciai, viene utilizzato il diagramma di fase di equilibrio ferro-cementite. Questo diagramma illustra le fasi di equilibrio delle leghe ferro-carbonio a differenti temperature e concentrazioni, evidenziando le trasformazioni che avvengono durante il raffreddamento e il riscaldamento.
Nel diagramma di fase, spesso identificato come Fe-Fe3C, sono visibili segmenti orizzontali che rappresentano le diverse fasi nel cambiamento della microstruttura ferro-carbonio. Un punto cruciale in questo contesto è la temperatura di 723 °C, considerata temperatura critica: a questa temperatura, l’austenite presente nel ferro si trasforma in perlite eutettoide, aumentando la quantità di ferrite nella sua microstruttura.

Le fasi che emergono nel diagramma di fase ferro-carbonio comprendono:
- Ferrite: una soluzione solida interstiziale di carbonio nella forma di ferro α, con struttura cristallina cubica a corpo centrato. Essa rimane stabile fino a 911 °C e presenta una massima solubilità di carbonio dello 0.02% in peso a 727 °C.
- Austenite: una soluzione solida interstiziale di carbonio in γ-Fe, avente una struttura cristallina CFC e una stabilità compresa tra 911 °C e 1392 °C. La massima solubilità di carbonio si attesta al 2.1% in peso a 1146 °C.
- δ-ferrite: soluzione solida di carbonio in δ-Fe, stabile tra 1392 °C e 1536 °C, con una massima solubilità del carbonio dello 0.09% in peso a 1495 °C.
La formazione della δ-ferrite ad alta temperatura dall’austenite durante il riscaldamento è un aspetto di particolare rilievo, soprattutto nei processi di saldatura degli acciai ad alta lega, sebbene venga spesso trascurato negli studi sulla trasformazione di fase.

Cementite: questo composto intermetallico interstiziale presenta un contenuto fisso di carbonio del 6.67% in peso, con formula Fe3C. La cementite, caratterizzata da elevata durezza e fragilità, ha un ruolo fondamentale nella definizione delle proprietà degli acciai e delle ghise.
Essa si distingue per la sua struttura ortorombica complessa e presenta un’elevata resistenza alla compressione, benché la sua resistenza alla trazione sia molto bassa. Con il tempo, la cementite può decomporsi lentamente in α-Fe e grafite se sottoposta a temperature comprese tra 650 e 700 °C.
Ledeburite: si tratta di una miscela eutettica di austenite e cementite. Questa fase viene formata in equilibrio metastabile, mediante un raffreddamento rapido durante la reazione eutettica in leghe di ferro-carbonio che contengono una percentuale di carbonio compresa tra il 2.14% e il 6.67%.
Perlite: costituisce una miscela eutettoide di ferrite e cementite, avente uno 0.8% in peso di carbonio. Si forma a 727 °C e presenta un aspetto lamellare finissimo. Questo costituente è riconosciuto in metallografia e contribuisce significativamente alla resistenza di una vasta gamma di acciai, rendendo la perlite un termine comunemente utilizzato per definirne le strutture.
Caratteristiche e stabilità dell’austenite
L’austenite si distingue per la sua morbidezza, duttilità, malleabilità, tenacità e assenza di magnetismo. Sebbene sia stabile sopra i 727 °C, può essere ottenuta anche a temperatura ambiente attraverso l’aggiunta di elementi come nichel o manganese negli acciai. Nonostante la sua stabilità, l’austenite non esiste al di sotto dei 723 °C, momento in cui la sua concentrazione massima di carbonio è dello 0.83%.

Il vasto campo di fase dell’austenite rispetto alla ferrite evidenzia la sua elevata solubilità per il carbonio, superiore al 2% in peso a 1147 °C. Questa caratteristica risulta essenziale nel trattamento termico, dove il processo di soluzione a temperature elevate, seguito da un rapido raffreddamento, consente la formazione di una soluzione solida sovrasatura di carbonio.
Quando il contenuto di carbonio nell’acciaio supera la solubilità della ferrite, la cementite e il carburo di ferro si formano durante il raffreddamento. La martensite si sviluppa quando l’austenite è sottoposta a un rapido raffreddamento. Poiché l’austenite è instabile sotto i 723 °C, si decompone in una miscela di α-Fe e cementite. Durante la tempra, la reazione di decomposizione eutettoide è soppressa, dando luogo alla trasformazione dell’austenite cubica sottoraffreddata in martensite tetragonale metastabile.
