Perché il Paracetamolo è uno dei Farmaci più Usati al Mondo
Il paracetamolo, conosciuto anche come acetaminofene, è un farmaco ampiamente impiegato a livello globale per le sue proprietà analgesiche e antipiretiche. Rispetto ad altri farmaci antinfiammatori non steroidei come l’ibuprofene o l’aspirina, il paracetamolo ha una limitata azione anti-infiammatoria ed è principalmente utilizzato per alleviare sintomi di dolore lieve o moderato, come mal di testa, mal di denti, dolori muscolari e articolari.
La Storia dietro il Paracetamolo
Le sue proprietà antidolorifiche furono scoperte per caso nel 1893 durante gli studi sull’acetanilide, che si dimostrò efficace nel ridurre la febbre negli animali. Tuttavia, l’acetanilide aveva effetti tossici anche a dosi moderate. Successivamente, il chimico francese Harmon Northrop Morse apportò modifiche alla struttura dell’acetanilide, dando vita al paracetamolo che conservava le proprietà analgesiche e antipiretiche senza gli effetti indesiderati della sua controparte tossica.
La Struttura del Paracetamolo
Il paracetamolo fa parte della classe dei fenoli, caratterizzato dalla presenza di un gruppo idrossile legato a un anello aromatico. Si tratta di un composto solido cristallino con una solubilità in acqua di 19 g/L a 28°C, e la sua formula è C8H9NO2. È un debole ossidante e acido debole, con un pH di circa 6 in soluzione acquosa.
La Sintesi del Paracetamolo
Esistono diverse vie sintetiche per ottenere il paracetamolo, una delle quali coinvolge l’acetilazione del p-amminofenolo derivato dalla riduzione del p-nitrofenolo con anidride acetica in presenza di acido solforico come catalizzatore.
Il paracetamolo, con il suo nome I.U.P.A.C. di N-(4-idrossifenil)acetammide, rappresenta un importante e diffuso farmaco che continua a essere uno dei preferiti per il trattamento dei sintomi dolorosi e febbrili di lieve e moderata entità in tutto il mondo.Sintesi del p-amminofenolo a partire dal fenolo
Il fenolo è il punto di partenza per la sintesi industriale del p-amminofenolo. Il fenolo, contenente il gruppo -OH che funge da attivante, orienta la sostituzione in posizione orto e para. Dopo il processo di nitrazione, si ottiene una miscela di orto e para-nitrofenolo.
Separando l’isomero orto mediante distillazione in corrente di vapore, il para-nitrofenolo viene sottoposto a idrogenazione catalitica con Nichel Raney per ottenere il p-amminofenolo. Successivamente, il gruppo amminico reagisce con l’anidride acetica per formare il gruppo ammidico tramite acetilazione.
Un metodo alternativo per ottenere il p-amminofenolo prevede il trattamento del nitrobenzene con cloruro di ammonio in presenza di zinco, seguito da cristallizzazione per ottenere la fenilidrossilammina che, in presenza di acido solforico, si trasforma in p-amminofenolo.
Meccanismo di azione del paracetamolo
Nonostante siano trascorsi più di 100 anni dalla sua scoperta, il meccanismo d’azione preciso del paracetamolo non è ancora completamente compreso. Storicamente, si pensava che agisse inibendo l’enzima ciclossigenasi (COX) per ridurre la sintesi delle prostaglandine responsabili di infiammazione e dolore, senza però ridurre l’infiammazione come fanno altri FANS.
Si ipotizza che il paracetamolo interferisca con la cascata dell’acido arachidonico, che porta alla produzione di fattori infiammatori come prostanoidi grazie all’azione degli enzimi ciclossigenasi e lipossigenasi.
Effetti collaterali del paracetamolo
Nonostante sia disponibile senza prescrizione medica, il paracetamolo può essere più pericoloso di altri farmaci da banco se assunto in dosi eccessive, poiché può causare danni epatici, potenzialmente letali, come insufficienza epatica.
Un sottoprodotto tossico del metabolismo del paracetamolo è l’N-acetil-p-benzochinone immina, che induce la produzione di specie reattive dell’ossigeno nel rene e nel fegato, causando danni che in casi estremi possono portare alla morte. È fondamentale rispettare scrupolosamente le dosi consigliate e consultare un medico o un farmacista per evitare sovradosaggi.
In caso di avvelenamento da paracetamolo, l’unico antidoto disponibile è l’acetilcisteina, ma resta incerta la dose ottimale e la durata del trattamento. Il sovradosaggio di paracetamolo è ancora la principale causa di morte o trapianto per insufficienza epatica acuta in molte parti del mondo, poiché i sintomi precoci specifici sono assenti e la gravità può essere difficile da valutare.