Il glicogeno, un polimero ramificato costituito da glucosio, rappresenta la principale forma di riserva energetica negli organismi animali. Questa sostanza si trova principalmente nel fegato, ma è presente anche in altri tessuti come reni, cuore, cervello, tessuto adiposo ed eritrociti. La scoperta del glicogeno risale al 1857 e viene attribuita al fisiologo francese Claude Bernard. Le riserve di glicogeno nel corpo variano in base a fattori come l’alimentazione e l’attività fisica. Negli adulti, circa l’80% di questa riserva energetica è localizzato nei muscoli scheletrici, che rappresentano una parte significativa del peso corporeo.
Funzione e Sintesi
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Quando si segue una dieta a basso contenuto di carboidrati, si osserva una riduzione significativa delle riserve di glicogeno che può comportare conseguenze come affaticamento e debolezza mentale. In contesti di alta intensità fisica, il glicogeno si attesta come substrato energetico principale e la fatica si fa sentire rapidamente quando le scorte si esauriscono nei muscoli attivi. La sintesi del glicogeno si svolge nel citoplasma delle cellule epatiche e muscolari. Il processo inizia con la trasformazione del glucosio in glicogeno: il glucosio assorbito dall’intestino entra nel sangue e viene captato dal fegato e dai muscoli, dove viene immagazzinato come glicogeno. Questo polimero presenta legami glicosidici α-(1,4) e α-(1,6).
Metabolismo e Glicogenolisi
La glicogenolisi, processo attraverso il quale il glicogeno viene degradato, avviene grazie all’enzima glicogeno fosforilasi, che scinde un’unità di glucosio dall’estremità non riducente della catena glicogenica. In questo modo, mantenendo adeguati livelli di glucosio nel sangue, il fegato svolge un ruolo cruciale, mentre la glicogenolisi nei muscoli fornisce l’energia necessaria per la contrazione muscolare. La fosforilasi si attiva tramite fosforilazione, e le sue forme attive e inattive sono sensibili agli ormoni come il glucagone e l’adrenalina. Questi ormoni svolgono un ruolo fondamentale nella stimolazione della glicogenolisi, attivando una cascata di segnali molecolari che portano alla fosforilazione e attivazione della glicogeno fosforilasi. Una volta attivata, la glicogeno fosforilasi catalizza la rottura dei legami α-1,4-glicosidici nel glicogeno, liberando glucosio-1-fosfato. Se la catena di glicogeno si accorcia ulteriormente, entra in gioco l’enzima deramificante, che agevola la continua degradazione del glicogeno e supporta il rilascio di glucosio libero. Infine, il glucosio generato dalla glicogenolisi viene utilizzato dal corpo per produrre energia sotto forma di adenosina trifosfato (ATP), essenziale per alimentare numerosi processi cellulari. Fonte Verificata