La spermidina è un composto biologicamente attivo, fondamentale per la crescita e la differenziazione cellulare. Insieme alla putrescina e alla spermina, rientra nella categoria delle poliammine naturali. Questa molecola ha un ruolo cruciale nella sopravvivenza, crescita e proliferazione cellulare. È altresì nota per le sue eccezionali proprietà neuroprotettive, cardioprotettive e antitumorali, oltre a presentare potenziali effetti antinfiammatori.
Caratteristiche delle poliammine
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Le poliammine sono catene idrocarburiche flessibili, ciascuna dotata di più gruppi amminici, che a pH neutro risultano caricate positivamente. Questa peculiarità le rende uniche nella loro interazione elettrostatica con macromolecole caricate negativamente, come acidi nucleici, proteine acide e membrane cellulari.
struttura
Fonti alimentari di spermidina
La spermidina è nota per essere facilmente assorbita dall’apparato digerente umano e distribuita nel corpo tramite la circolazione sistemica senza subire degradazione. Gli alimenti ricchi di questa poliammina, come soia secca, funghi, piselli, lattuga, broccoli, mango, cereali e riso integrale, possono incrementare la sua concentrazione nel sistema. In effetti, il livello circolante di spermidina è influenzato non solo dal consumo di cibi che la contengono, ma anche da diete ricche di microbiota produttore di spermidina.
Tutti i vertebrati, eucarioti inferiori inclusi funghi e la maggior parte dei protozoi, effettuano la sintesi delle poliammine a partire da due precursori: l’ornitina e la metionina. Nel processo, la putrescina, nota come 1,4-diaminobutano, viene sintetizzata dalla ornitina per mezzo dell’ornitina decarbossilasi, un enzima specifico che promuove la decarbossilazione dell’ornitina.
La produzione di spermidina, identificabile dalla formula C7H19N3 e presente in ribosomi e tessuti viventi, si attua attraverso la condensazione della putrescina con un gruppo amminopropilico della adenosilmetionina, grazie all’enzima spermidina sintasi, il quale media la reazione senza ATP. In mammiferi, la spermidina può ulteriormente sintetizzarsi in spermina attraverso un secondo passaggio enzimatico.
Diversi fattori influenzano la biodisponibilità della spermidina, come la biosintesi cellulare, la produzione da parte di microrganismi intestinali, l’apporto nutrizionale, il catabolismo e l’escrezione urinaria. Con l’avanzare dell’età, i livelli di spermidina tendono a diminuire, suggerendo una correlazione tra la riduzione di questo composto e il deterioramento associato all’invecchiamento.
Ricerche recenti hanno mostrato che un aumento dell’assunzione di alimenti ricchi di spermidina era associato a una riduzione della mortalità complessiva dovuta a patologie. Questa poliammina influisce su molteplici processi biologici, tra cui crescita cellulare, rigenerazione tessutale, stabilizzazione di DNA e RNA, modulazione enzimatica e regolazione della traduzione. Dimostra anche proprietà antinfiammatorie e antiossidanti, oltre a migliorare la funzionalità mitocondriale e la respirazione.
funzioni
In aggiunta a ciò, la spermidina svolge un ruolo cardioprotettivo e neuroprotettivo, stimolando la risposta immunitaria contro i tumori e contribuendo a prevenire l’immunosenescenza. Essa favorisce anche l’autofagia, un meccanismo cellulare di rimozione di componenti danneggiati, grazie all’inibizione di specifiche acetiltransferasi. In generale, le concentrazioni di poliammine possono variare notevolmente da un organismo all’altro, ma è evidente che i livelli di spermidina tendono a diminuire con l’età, sia negli organismi modello che negli esseri umani.
Studi suggeriscono che i centenari sani presentano livelli di spermidina simili a quelli di persone significativamente più giovani. Questa riduzione associata all’età potrebbe contribuire a una diminuzione dell’autofagia, accentuando l’insorgere di malattie legate all’invecchiamento. È possibile contrastare la perdita di spermidina attraverso una dieta ricca di alimenti contenenti questa poliammina, integratori vegetali, spermidina sintetica o stimolando la sintesi di poliammine nel microbioma intestinale grazie all’assunzione di prebiotici e probiotici.