Scopriamo di più sull’ematite, un minerale di ferro caratterizzato da una colorazione grigio-acciaio con lucentezza metallica e un livello di durezza di 6.5 nella Scala di Mohs.
L’ematite è un ossido di ferro che può contenere Fe2O3e Fe3O4. Il nome deriva dal greco αἷμᾰ che significa sangue a causa della sua colorazione rossa in polvere. Questo minerale è una delle principali fonti di ferro e può essere analizzato attraverso titolazioni ossidimetriche.
Metodica per l’analisi dell’ematite
Nell’ematite, il ferro si presenta sia come FeO con un numero di ossidazione +2 che come Fe2O3 con numero di ossidazione +3. Un metodo comune per analizzarlo prevede l’utilizzo di acido cloridrico per solubilizzarlo e cloruro di stagno (II) per ridurre il ferro (III) a ferro (II).
La reazione tra Fe3+ e Sn4+ è spontanea, consentendo di titolare la soluzione risultante con bicromato di potassio.
Calcoli
Supponiamo di avere un campione di ematite di 2.83 g. Dopo la solubilizzazione in acido cloridrico e l’ossidazione del ferro (III) a ferro (II), una aliquota della soluzione viene titolata con 26.4 mL di bicromato di potassio 0.0200 M.
Calcolando le moli di bicromato e ferro (II) presenti, possiamo determinare che il campione contiene il 62.5% di ferro. Inoltre, la percentuale di Fe3O4 nel campione di ematite è del 86.5%.
Questi calcoli forniscono informazioni cruciali sulla composizione del minerale di ematite e sulla concentrazione di ferro presente al suo interno.