Analisi dell’Iodometria: Procedura e Risultati
L’iodometria è una tecnica analitica indispensabile per individuare agenti ossidanti come perossidi, ozono, ipoclorito, iodato, bromato, bromo, bicromato, Fe3+, Ce4+, e permanganato. Questo metodo rientra nelle titolazioni ossidimetriche, appartenendo allo stesso gruppo della permanganometria, cerimetria, bicromatometria, bromatometria e iodimetria.
Indice Articolo
Differenza tra Iodometria e Iodimetria
A differenza dell’iodimetria, che è una titolazione diretta, l’iodometria è una titolazione indiretta. Questo metodo si basa sull’ossidazione dell’ioduro a iodio elementare secondo la semireazione: 2 I– ⇌ I2 + 2e–, con un potenziale normale di ossidazione E° = – 0.535 V. Durante l’iodometria, un eccesso di ioduro viene aggiunto al campione ossidante in soluzione acquosa.
Vantaggi dell’Iodometria
Uno dei principali vantaggi dell’iodometria è l’indipendenza da specifici valori di pH. Il test iodio-amido, che facilita l’identificazione visiva del punto finale della titolazione, fu descritto per la prima volta nel 1814 da Jean-Jacques Colin e Henri-François Gaultier de Claubry, e nello stesso anno anche da Friedrich Stromeyer.
Procedura dell’Iodometria
Nell’iodometria, l’agente ossidante converte l’ioduro in iodio, successivamente titolato con una soluzione standardizzata di tiosolfato di sodio. La reazione tra tiosolfato di sodio e iodio forma ioduro e tetrationato: 2 S2O32- + I2 ⇌ S4O62- + 2 I–. Per il monitoraggio visivo, si utilizza la salda d’amido, che forma un complesso blu scuro con lo iodio, visibile a concentrazioni di circa 20 µM a 20 °C.
Considerazioni Tecniche
È cruciale aggiungere la salda d’amido vicino al punto di equivalenza della titolazione, quando la concentrazione di iodio è bassa. Per ottenere risultati accurati, il pH deve essere inferiore a 8 e la temperatura ambiente deve essere mantenuta. Alte temperature riducono la visibilità del cambiamento di colore e possono causare la volatilizzazione dello iodio. Inoltre, ambienti fortemente acidi possono provocare l’idrolisi dell’amido, rendendo inutilizzabile la salda d’amido.
Determinazione del Perossido di Idrogeno
Per determinare la concentrazione di perossido di idrogeno in soluzione acquosa mediante iodometria, è necessario standardizzare il tiosolfato e ripetere la titolazione almeno tre volte per calcolare una media. Si aggiunge un eccesso di ioduro di potassio alla soluzione contenente perossido di idrogeno, permettendo la reazione: H2O2 + 2 I– + 2 H+ → 2 H2O + I2. La spontaneità della reazione è garantita dai potenziali di riduzione del perossido di idrogeno e ossidazione dell’ioduro.
Preparazione e Titolazione
Per preparare una soluzione di KI 0.200 M, si calcolano le moli di ioduro di potassio necessarie. Questa soluzione viene aggiunta alla soluzione di perossido di idrogeno e successivamente titolata con tiosolfato di sodio standardizzato. Allo stesso modo, la concentrazione di iodato di potassio può essere determinata mediante iodometria, calcolando le moli di iodio prodotte e correlando questi valori alla concentrazione di iodato.
Accuratezza e Precisione
In tutte le tecniche di analisi volumetrica, la precisione è fondamentale. La ripetizione accurata dei passaggi e la valutazione critica dei risultati ottenuti sono essenziali per garantire l’accuratezza delle analisi. Le metodologie basate sulle reazioni ioduro-perossido di idrogeno o ioduro-iodato sono cruciali per determinare la concentrazione di queste sostanze in soluzione.
Leggi anche [Wikipedia](https://it.wikipedia.org/wiki/Iodometria) per maggiori dettagli sull’iodometria.