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Calcolo del potenziale al punto equivalente

La titolazione potenziometrica redox utilizza le stesse approssimazioni adottate nelle altre tipologie di titolazioni. Si ipotizza che la reazione si completi e che le concentrazioni dei prodotti siano determinate dalla stechiometria della reazione. È possibile formulare un’equazione generale per calcolare il potenziale al punto equivalente considerando una reazione bilanciata tra le forme ridotte e ossidate come descritto di seguito.

Formula per il Calcolo del Potenziale al Punto Equivalente

Considerando le equazioni di Nernst relative alle due semireazioni, si ottiene:

– ln [AOx]/[ARed] = nAF (E – E°OA)/RT (3)
– ln [BOx]/[BRed] = nBF (E – E°OB)/RT (4)

Nel momento del punto equivalente, le concentrazioni si relazionano tra loro come segue:
[ARed] = mA[BOx]/mB
[AOx] = mA[BRed]/mB

Dividendo le due equazioni membro a membro, si ottiene un rapporto costante tra le concentrazioni.

Similmente, dalle equazioni (3) e (4) si può ricavare che:
nA (E – E°OA) = nB (E – E°OB)

Quindi, giungiamo alla seguente formula per il calcolo del potenziale al punto equivalente:
E = nA E°OA + nB E°OB / nA + nB

Applicazioni della Formula per il Calcolo del Potenziale al Punto Equivalente

Questa formula può essere applicata a varie reazioni, come ad esempio nel calcolo del potenziale al punto equivalente per la determinazione potenziometrica del ferro (II).

Una reazione comune è quella utilizzata nelle titolazioni permanganometriche:
5 Fe2+ + MnO4- + 8 H+ → 5 Fe3+ + Mn2+ + 4 H2O

Un altro esempio è la reazione tra Ce4+ e Fe2+, tipica delle titolazioni cerimetriche:
Ce4+ + Fe2+ → Ce3+ + Fe3+

Questi sono solo alcuni delle numerose applicazioni della formula per il calcolo del potenziale al punto equivalente.

I vantaggi e gli svantaggi delle

Le titolazioni potenziometriche offrono numerosi vantaggi rispetto alle titolazioni manuali tradizionali. Questo metodo può essere impiegato in una vasta gamma di reazioni di titolazione, quali titolazioni acido-base, ossidimetriche, per precipitazione e complessometriche. Una delle principali caratteristiche distintive della titolazione potenziometrica è la sua capacità di determinare il punto finale della reazione senza la necessità di utilizzare un indicatore.

Un altro punto a favore di questo approccio è la sua maggior precisione rispetto alle titolazioni manuali. Poiché il metodo è meno soggettivo, il punto di equivalenza può essere individuato in modo più accurato grazie alla curva di titolazione potenziometrica. Un’altra nota positiva è la flessibilità offerta da questo metodo, poiché spesso gli stessi elettrodi possono essere impiegati in diverse titolazioni, a differenza delle titolazioni basate sugli indicatori che dipendono fortemente dalla scelta dell’indicatore.

La specificità delle titolazioni potenziometriche

Le titolazioni potenziometriche offrono una precisione e una specificità che le rendono particolarmente utili in ambito analitico. Questo metodo consente di ottenere risultati affidabili e ripetibili, essenziali per garantire la corretta caratterizzazione di una sostanza o di una miscela.

La capacità di determinare il punto finale della reazione in modo preciso e oggettivo rende le titolazioni potenziometriche uno strumento indispensabile in laboratorio. Grazie alla curva di titolazione potenziometrica, è possibile monitorare l’andamento della reazione e individuare con precisione il punto in cui le concentrazioni delle specie chimiche in gioco sono equivalenti.

In conclusione, le titolazioni potenziometriche rappresentano un’importante risorsa per gli studiosi e gli operatori del settore chimico, offrendo una soluzione affidabile e versatile per la determinazione delle concentrazioni di sostanze inorganiche e organiche.

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