La cromatografia su carta: scopri come funziona
La cromatografia su carta è una tecnica di separazione utilizzata in chimica analitica. A partire dagli anni ’40, è stata impiegata per separare gli amminoacidi utilizzando la carta come supporto per la fase stazionaria durante la cromatografia di ripartizione. In questo metodo, il solvente impiegato è l’1-butanolo, poiché i coefficienti di ripartizione tra questo solvente e l’acqua variano gradualmente in base alla composizione degli amminoacidi.
Il processo di cromatografia su carta prevede l’immersione di un’estremità di un foglio di carta da filtro in un solvente organico precedentemente satura d’acqua. Successivamente, una soluzione contenente le sostanze da separare viene depositata sulla carta poco al di sopra della zona bagnata dal solvente. Successivamente, il foglio e il solvente vengono posti in una campana di vetro per evitare l’evaporazione del solvente, consentendo al liquido di risalire lungo il foglio per capillarità.
Durante questo processo, le diverse sostanze si muovono con una velocità determinata dal loro coefficiente di ripartizione tra la fase mobile (costituita dal solvente organico) e la fase fissa (costituita dall’acqua). Una volta che il fronte del solvente raggiunge l’estremità superiore del foglio, l’operazione viene interrotta. Successivamente, la carta viene essiccata e le varie sostanze vengono rivelate utilizzando specifici reattivi, il che permette di visualizzare i cromatogrammi come una serie di macchie colorate.
Esistono diverse tecniche di cromatografia su carta, e tra queste troviamo la cromatografia monodimensionale ascendente e discendente, nonché la cromatografia bidimensionale.
La cromatografia monodimensionale ascendente si basa su una separazione verticale, in cui il solvente si muove unicamente per capillarità. In questa tecnica, la carta da cromatografare viene fatta scendere in un recipiente contenente il solvente, permettendo al liquido di trascinare con sé le sostanze da separare.
D’altra parte, la cromatografia monodimensionale discendente richiede l’utilizzo di specifiche camere cromatografiche a tenuta per mantenere l’ambiente satura di vapori del solvente, durante la procedura di eluizione. Qui, l’eluente si muove verso il basso per gravità, consentendo tempi di eluizione più brevi.
La cromatografia bidimensionale rappresenta una tecnica più avanzata, impiegata quando un solo solvente non è in grado di separare completamente tutti i componenti di una miscela di sostanze. In questa tecnica, la miscela da separare viene posta su un angolo di un foglio di carta, che è sospeso in una camera cromatografica simile a quella utilizzata nel metodo discendente. Dopo l’asciugatura del foglio, viene utilizzato un secondo solvente che si muove in direzione perpendicolare al primo, consentendo l’identificazione simultanea di numerosi amminoacidi.
In definitiva, la cromatografia su carta è una tecnica versatile e preziosa per la separazione e l’analisi di varie sostanze, offrendo diverse metodologie che consentono di adattare il processo alle specifiche esigenze di separazione.