Elettroforesi: principio di funzionamento e applicazioni
L’elettroforesi è una tecnica che trova ampio impiego nell’analisi di sostanze cariche disciolte in una soluzione elettrolitica, sottoposte all’azione di un campo elettrico. Questo processo permette la separazione e la migrazione delle particelle in base alle loro caratteristiche cariche.
Indice Articolo
Principi di base dell’elettroforesi
L’elettroforesi ha diverse applicazioni nell’ambito dell’analisi di sostanze complesse, come proteine, amminoacidi, zuccheri e ioni inorganici. Il processo si basa sulla mobilità delle particelle cariche che, sotto l’azione del campo elettrico, si separano e si spostano a velocità diverse all’interno di un mezzo elettrolitico. Questo permette la separazione dei componenti in base alle loro cariche e alla loro dimensione.
Tipologie di elettroforesi
Esistono due principali tipi di elettroforesi: quella libera o con interfase mobile e quella di zona. Nella prima, le particelle migrano in un tubo a U, consentendo la separazione differenziata dei componenti della miscela analizzata. Nella seconda, simile alla cromatografia, si utilizzano colonne riempite di un supporto inerte per separare i componenti in base alle loro caratteristiche cariche.
Mobilità elettroforetica
La mobilità elettroforetica è la distanza percorsa da una particella in un secondo sotto l’azione di un campo elettrico di 1 V/cm. Questa grandezza dipende dalla carica e dalla massa delle particelle, influenzando la velocità con cui le particelle si muovono all’interno del mezzo elettrolitico.
Conclusioni
In conclusione, l’elettroforesi è una tecnica fondamentale per l’analisi di sostanze complesse utilizzata in molteplici ambiti biochimici. I due principali tipi di elettroforesi offrono modalità diverse per l’analisi e la separazione dei componenti delle sostanze. Grazie alla sua versatilità e precisione, l’elettroforesi rimane uno strumento di grande importanza per la ricerca e l’analisi biochimica.