Metodi e Tecniche per Valutare la Salinità dell’Acqua Marina
La determinazione della salinità dell’acqua di mare è di fondamentale importanza per monitorare la presenza di sali disciolti. La composizione chimica dell’acqua marina è estremamente variegata e complessa, includendo non solo sodio e cloro ma anche magnesio, calcio, potassio e solfati. Questa complessità è influenzata da diversi fattori ambientali e rende la misurazione della salinità un processo intricato.
La salinità è comunemente espressa in parti per mille (ppt) e può essere determinata attraverso diversi approcci analitici. Alcuni metodi sfruttano la conducibilità elettrica dell’acqua, che varia in base alla presenza di ioni disciolti. Altri metodi si basano sulla misurazione della densità o dell’indice di rifrazione dell’acqua, offrendo informazioni sulla concentrazione complessiva di ioni.
Per individuare la presenza di ioni specifici, come il cloruro, vengono impiegati elettrodi a membrana ionoselettivi (ISE). Questi dispositivi scambiano ioni attraverso membrane sottili, generando potenziali elettrici che dipendono dalle specie chimiche coinvolte.
Un metodo di grande precisione per valutare la salinità consiste nella misurazione della clorinità tramite titolazione argentometrica utilizzando nitrato di argento. Questa tecnica sfrutta le diverse solubilità del cromato di argento e del cloruro di argento, che porta alla formazione di un precipitato di cloruro di argento.
Dopo aver determinato la clorinità, è possibile calcolare la salinità utilizzando la formula di Knudsen:
S = 1.80655 ∙ Cl
, dove S rappresenta la salinità e Cl la clorinità, entrambe espresse in ‰.L’impiego di questi metodi fornisce una valutazione accurata della salinità dell’acqua marina, fondamentale per comprendere la sua struttura chimica complessa e le variazioni che possono verificarsi in diversi contesti ambientali.