La spettroscopia atomica di emissione si concentra sullo studio delle transizioni elettroniche degli atomi e degli ioni monoatomici attraverso l’analisi della radiazione emessa dopo la loro eccitazione. Questo metodo prevede l’osservazione della radiazione elettromagnetica generata da un processo di stimolazione specifico.
Quando un atomo assorbe una certa quantità di energia, entra in uno stato eccitato diverso dal suo stato fondamentale. Durante il ritorno allo stato fondamentale da uno stato eccitato, l’atomo emette radiazione attraverso un salto quantico tra due livelli energetici discreti.
Indice Articolo
- Analisi delle transizioni elettroniche
- Spettro a righe nella spettroscopia atomica di emissione
- Rappresentazione delle transizioni elettroniche
- Metodi di eccitazione e analisi
- Scelta della fiamma
- Utilizzo del Acetilene per la produzione di alte temperature
- Archi per spettroscopia atomic di emissione
- Legge dello spostamento spettroscopico
- Conclusioni
La spettroscopia, particolarmente nel campo dello spettro elettromagnetico, rappresenta uno strumento essenziale per esplorare la fisica e la chimica, consentendo di indagare la composizione, la struttura fisica e la configurazione elettronica della materia.
Analisi delle transizioni elettroniche
Nella spettroscopia atomica di emissione, si valuta lo spettro risultante dalle caratteristiche specifiche dell’atomo o dell’ione monoatomico, le quali dipendono dalla carica elettrica e dalla struttura elettronica dell’entità in esame. Questo spettro rappresenta un’impronta digitale unica di ciascun elemento chimico e può essere impiegato per fini analitici.
Spettro a righe nella spettroscopia atomica di emissione
Rappresentazione delle transizioni elettroniche
Ogni transizione elettronica corrisponde a una riga specifica nello spettro. Poiché le possibili transizioni tra gli orbitali sono definite da salti energetici precisi, l’energia emessa sotto forma di radiazione elettromagnetica si manifesta attraverso quantità discrete, generando linee spettrali distinte.
Nell’immagine riportata è presente lo spettro di emissione dell’atomo di idrogeno, evidenziando alcune righe caratteristiche.
Metodi di eccitazione e analisi
Per generare specie eccitate, esistono diversi approcci. Ad esempio, è possibile riscaldare un composto dell’elemento di interesse nella fiamma di un bruciatore Bunsen, osservando il colore caratteristico emesso. Mediante uno spettroscopio è possibile identificare lo spettro a righe dell’elemento in esame.
La sorgente di eccitazione può derivare da una fiamma generata da propano, acetilene, idrogeno o gas di cockeria.
Scelta della fiamma
La selezione del tipo di fiamma dipende dalla temperatura necessaria per trasformare gli elementi in analisi in atomi eccitati, e dall’eventuale interferenza di altri componenti del campione durante il processo di eccitazione.
Le fiamme più fredde, ottenute dalla combustione di aria-propano o aria-gas di cockeria, vengono impiegate per determinare i metalli alcalini e il calcio a una temperatura di circa 1700-1900 °C. A queste temperature, i composti contenenti metalli alcalini vengono parzialmente decomposti negli atomi costituenti e in una piccola frazione di atomi ionizzati.