Aspetti termodinamici della tensione di vapore e il potenziale chimico associato
La tensione di vapore di un liquido rappresenta la pressione esercitata dal vapore sulla superficie del liquido stesso all’interno di un recipiente chiuso, in condizioni di equilibrio dinamico a una determinata temperatura. Durante questo processo, il numero di molecole che si liberano dalla superficie del liquido è uguale al numero di molecole che dal vapore rientrano nel liquido, stabilendo così un equilibrio dinamico. Questa pressione, in equilibrio con il liquido, è definita tensione di vapore.
Dal punto di vista termodinamico, la tensione di vapore aumenta quando viene applicata una pressione esterna, e questo effetto può essere calcolato applicando i principi della termodinamica.
Per i solidi e i liquidi che non sono facilmente compressibili, la variazione di energia libera di Gibbs è rappresentata dalla formula ∆G ≈ V(p – po). Questo indica un aumento di G quando solidi o liquidi vengono compressi.
L’energia libera per molecola, espressa come G/n, è definita come il potenziale chimico, rappresentato da μp = μpo + Ṽ(p – po), dove Ṽ indica il volume molare.
Considerando due sistemi alla stessa temperatura, il primo contenente solo acqua in equilibrio con il suo vapore e il secondo contenente anche un gas inerte come l’aria alla pressione P, si possono osservare diverse relazioni tra i potenziali chimici della fase liquida e gassosa. Nel secondo sistema, con l’aggiunta del gas inerte, si osserva un aumento della tensione di vapore del liquido quando viene applicata una pressione esterna.
In sintesi, la tensione di vapore è un fenomeno influenzato da diversi fattori termodinamici, come la pressione esterna e il potenziale chimico, che ne determinano le variazioni in diverse condizioni di equilibrio.