Borace: produzione, reazioni e diversi utilizzi
Il borace, conosciuto anche come tetraborato di sodio decaidrato, è un minerale che si trova nei depositi di evaporite formatisi dalla evaporazione di laghi in diverse regioni come India, USA e Tibet. Si presenta sotto forma di solido bianco e cristallino, con una buona solubilità in acqua calda, ma limitata in acqua fredda. Portato in Europa per la prima volta da Marco Polo prima dell’VIII secolo, il borace proveniva dai laghi prosciugati del Tibet.
Il processo di estrazione del borace avviene da minerali come la boracite, la colemanite e la boronatrocalcite. I minerali, ridotti in polvere, vengono trattati con una soluzione di carbonato di sodio. Ad esempio, la colemanite contenente Ca2B6O11 reagisce con il carbonato di sodio secondo questa reazione: Ca2B6O11 + 2 Na2CO3 → 2 CaCO3 + Na2B4O7 + 2 NaBO2. Il borace viene quindi cristallizzato dal filtrato.
Il borace reagisce con l’acido cloridrico o solforico per formare l’acido borico. Quest’ultimo, insieme agli ioni borato, può essere impiegato per regolare il pH di una soluzione. Inoltre, il borace può fungere da standard primario nelle titolazioni acido-base.
Il borace trova impiego nell’analisi qualitativa e nella produzione di smalti e vetro. Pur non avendo una forte affinità con ioni calcio e magnesio, viene utilizzato come addolcitore dell’acqua. La sua capacità di trasformarsi in vetro isolante ad alta temperatura lo rende prezioso anche nell’ambito industriale.
In conclusione, il borace svolge un ruolo essenziale in reazioni chimiche e nel settore manifatturiero, offrendo benefici nel controllo del pH delle soluzioni e nella produzione di materiali come smalti e vetro.