Elettrolisi Acquosa: Processo di Estrazione dei Metalli
I processi per ottenere e raffinare i metalli possono avvenire attraverso l’elettrolisi acquosa o ignea.
Estrazione tramite Elettrolisi Acquosa
L’estrazione di un metallo tramite elettrolisi acquosa avviene in due fasi connesse, ma distinte. La prima fase comprende la lisciviazione seguita dalla purificazione della soluzione elettrolitica. La seconda fase è l’elettrolisi. La soluzione inviata alle celle con una certa concentrazione di ioni metallici esce con una concentrazione ridotta. Solo una parte del metallo ionico è depositata catodicamente per evitare processi secondari. Le celle di elettrolisi sono costituite da cassoni rettangolari in legno o cemento con rivestimenti anticorrosivi. Gli elettrodi, di dimensioni variabili, sono disposti verticalmente con catodi e anodi alternati.
Materiale Anodico e Purezza del Metallo
Per l’elettrolisi, il materiale anodico deve possedere resistenza all’attacco, bassa sovratensione per la scarica dell’ossigeno e un prezzo accessibile. Il piombo, di solito unito ad antimonio o argento, è comunemente impiegato come materiale anodico. Gli anodi di titano rivestiti da film elettrocatalizzatori trovano applicazione nella estrazione elettrolitica dei metalli. La purezza del metallo estratto è determinata dalla presenza di altri ioni di metalli e dalle fasi di purificazione. I rendimenti di corrente sono inferiori al 100% a causa dei processi parassiti come la scarica concorrenziale di idrogeno e la ridissoluzione del deposito.
In conclusione, il processo di elettrolisi acquosa è fondamentale per l’ottenimento e la raffinazione dei metalli, garantendo un’alta qualità e purezza del prodotto estratto dalle soluzioni elettrolitiche.