Elettronegatività: definizione e scale di misura

L’elettronegatività e le sue scale di misura

L’elettronegatività è un concetto che descrive la tendenza di un atomo a attrarre verso di sé la nuvola elettronica nella formazione di un legame. La densità elettronica associata a un legame può avere una distribuzione disuguale, la quale è correlata alla natura degli atomi legati.

Esistono diverse scale per misurare l’elettronegatività, tra cui quelle di Pauling, Mulliken e Allred-Rochow. La scala di Pauling è la più antica e è stata definita da Linus Pauling.

Secondo Pauling, l’elettronegatività di un elemento A può essere valutata conoscendo l’elettronegatività dell’elemento B attraverso la relazione:
χA = χB + KΔ1/2
dove χ è l’elettronegatività dell’elemento considerato, K è una costante numerica, e Δ è calcolato dalla relazione:
Δ = DAB – √DAA – DBB
Dove DAB, DAA e DBB rappresentano le energie di dissociazione delle specie molecolari A-B, A-A e B-B rispettivamente.

La scala di Mulliken definisce l’elettronegatività come proporzionale alla media tra l’energia di ionizzazione I e l’affinità elettronica A dell’elemento:
χA = K’ (IA + AA)

Il metodo di Allred-Rochow, simile a quello di Mulliken, utilizza solo grandezze caratteristiche dell’atomo per calcolare l’elettronegatività elemento per elemento, invece di basarsi su differenze.

I valori dell’elettronegatività aumentano da sinistra a destra lungo un periodo e diminuiscono dall’alto verso il basso del Sistema Periodico. Inoltre, i valori più alti dell’elettronegatività si trovano in alto a destra nel Sistema Periodico e i valori più bassi in basso a sinistra.

Quando due elementi sono legati insieme, si verifica una disuguale compartecipazione del doppietto elettronico. L’elemento più elettronegativo acquisisce in media una parziale carica negativa, mentre l’altro assume una parziale carica positiva, generando un legame polare.

La conoscenza dell’elettronegatività è cruciale per comprendere la natura dei legami chimici e le proprietà delle molecole.

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