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Indio: proprietà, composti, usi

L’Indio è un elemento metallico del blocco p della tavola periodica, appartenente al Gruppo 13 e al 5° Periodo, con una configurazione elettronica di [Kr] 4d10 5s2 5p1. Scoperto nel 1863 dai chimici tedeschi Ferdinand Reich e Hieronymus Theodor Richter mentre cercavano tracce di tallio in un minerale contenente zinco.

Caratteristiche dell’Indio

Questo metallo ha un colore bianco-argento ed è duttile e tenero al punto da poter essere tagliato con un coltello, simile al sodio. Presenta proprietà intermedie tra il gallio e il tallio, che fanno parte del suo stesso gruppo. Allo stesso modo dello stagno, se una barra di indio viene piegata, emette un rumore noto come grido dello stagno a causa di modifiche nella struttura cristallina.

Proprietà Chimiche

L’Indio ha diversi numeri di ossidazione, tra cui +3 e +1 i più diffusi. Si dissolve negli acidi ma non reagisce con l’ossigeno a temperatura ambiente. A temperature elevate, reagisce con arsenico, antimonio, fosforo, zolfo, selenio, tellurio e con gli alogenidi.

Composti dell’Indio

I composti contenenti Indio con stato di ossidazione +3 agiscono come acidi di Lewis per la loro elettronegatività. L’ossido di indio (In2O3) è ottenuto principalmente tramite la decomposizione termica dell’idrossido di indio (III) secondo la reazione:

2 In(OH)3 → In2O3 + 3 H2O

L’ossido di indio si presenta come un solido amorfo di colore giallo a basse temperature, mentre a temperature elevate mostra una forma cristallina rossa-marrone.

– Per saperne di più sugli elementi del blocco p, consulta [Chimica Today](https://chimica.today/chimica-generale/elementi-del-blocco-p)
– Scopri di più su Ferdinand Reich su [Wikipedia](https://it.wikipedia.org/wiki/Ferdinand_Reich)
– Per informazioni dettagliate sui numeri di ossidazione, leggi l’articolo su [Chimicamo.org](http://chimicamo.org//chimica-generale/numero-di-ossidazione-e-periodicita/)

Indio: Proprietà e Utilizzi

L’indio è un elemento chimico versatile che può reagire con vari composti per formare diversi materiali utili in diversi settori. Uno dei modi per ottenere il nitruro di indio è reagire l’ossido di indio con ammoniaca secondo la seguente reazione: *In2O3 + 2 NH3 → 2 InN + 3 H2O*.

Da una soluzione basica contenente sali di indio, si può ottenere l’idrossido di indio sotto forma di cristalli bianchi. Inoltre, l’indio reagisce con gli alogeni per formare i rispettivi alogenuri, come nel caso del cloruro di indio: *2 In + 3 Cl2 → 2 InCl3*.

Applicazioni dell’Indio

Dopo la Prima Guerra Mondiale, si scoprì che l’indio poteva stabilizzare le leghe non ferrose ed è stato utilizzato per questo scopo. Successivamente, è diventato un componente importante nelle leghe a basso punto di fusione, come la lega di indio-gallio che viene utilizzata come alternativa al mercurio e fonde a 16°C con una particolare composizione.

L’indio ha anche la capacità di bagnare il vetro, il che lo rende utile nella produzione di specchi resistenti alla corrosione. I film sottili di ossido di indio e stagno sono comunemente utilizzati nei display a cristalli liquidi.

Negli ultimi trent’anni, l’indio ha trovato ampio impiego nel campo dei semiconduttori, utilizzato per dopare il germanio e nei transistor al germanio. Inoltre, l’ossido di indio e il solfuro di indio sono impiegati in resistori, fotoconduttori e termistori ad alta precisione.

Un composto particolarmente interessante è il fosfuro di indio (InP), simile all’arseniuro di gallio, utilizzato nell’elettronica ad alta potenza e frequenza per la sua elevata velocità dell’elettrone.

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