La magnetite, composta da ossido di ferro (II) e ossido di ferro (III) con formula Fe3O4, è uno dei principali minerali contenenti ferro insieme all’ematite ed è noto per essere ferromagnetico.
Origine e trasformazione
Presente nelle rocce ignee, metamorfiche e sedimentarie, la magnetite si trasforma in ematite per reazione con l’ossigeno secondo l’equazione 4 Fe3O4 + O2 → 6 Fe2O3. Durante la cristallizzazione di rocce ignee, la magnetite si forma in minuscoli cristalli che si orientano con il campo magnetico terrestre. Diffusione geografica
La magnetite è comunemente trovata nelle sabbie delle spiagge, trasportata dall’azione erosiva dei fiumi e concentrata dalle onde e dalle correnti. Le sabbie ferrose o nere sono diffuse in luoghi come la California e la costa occidentale della Nuova Zelanda. Depositi significativi si trovano in diversi paesi come Svezia, Australia, Norvegia, Germania, Italia, Svizzera, Sud Africa, India, Stati Uniti e Messico. Proprietà e caratteristiche
Di colore nero o grigio scuro, la magnetite ha un peso specifico di 5.2 e una durezza sulla scala di Mohs tra 5.5 e 6.5. Presenta inoltre un’alta capacità termica e resistenza al calore, rendendola stabile termicamente. È il minerale con il maggiore contenuto di ferro e proprietà magnetiche, agendo come calamita per i pezzi di ferro. Utilizzi
La magnetite è impiegata principalmente per produrre ferro, essendo un materiale di base per la produzione di acciaio. Trova applicazioni come catalizzatore nel processo di sintesi dell’ammoniaca di Haber, come pigmento per vernici e ceramiche e come micro e nanoparticelle magnetiche per varie applicazioni. Un’applicazione chiave della magnetite è nel processo Fischer-Tropsch, un metodo industriale per produrre idrocarburi liquidi da syngas, una miscela di monossido di carbonio e idrogeno.