Molibdeno: ottenimento, composti, usi

Molibdeno: produzione, strutture chimiche e impieghi

Il molibdeno, appartenente al Gruppo 6 e al 5° Periodo, è un metallo di transizione di colore bianco argenteo con configurazione elettronica [Kr] 4d^5 5s^1. In natura si trova principalmente come molibdenite, un solfuro MoS_2 che può essere confuso con il solfuro di piombo e la grafite. Tuttavia, nel XVIII secolo fu identificato e isolato da Carl Wilhelm Scheele e Peter Jacob Hjelm.

Produzione

Industrialmente, il molibdeno viene ottenuto dalla reazione tra disolfuro di molibdeno e ossigeno a 700°C. Inoltre, lo stato metallico del molibdeno si ottiene tramite la riduzione dell’ossido in corrente di idrogeno in due stadi a temperature elevate. Il molibdeno è moderatamente reattivo e reagisce con l’ossigeno solo a temperature superiori a 600°C. Inoltre, forma composti, noti come molibdati, in cui ha numero di ossidazione +6.

Strutture chimiche

L’ossoanione del molibdeno ha formula MoO_4^2- o Mo_2O_7^2-, presentandosi come il molibdato di sodio Na_2MoO_4 o di ammonio (NH_4)_2Mo_2O_7. Inoltre, il molibdeno forma sali con gli alogen, ossidi, solfiti e svolge un ruolo come catalizzatore in diverse reazioni chimiche.

Impieghi

Il molibdeno è utilizzato per produrre elettrodi per forni di fusione di vetro, parti di missili e aeromobili e nel campo nucleare. Inoltre, è utilizzato nella produzione di leghe ad alta resistenza e resistenti al calore e alla corrosione quando unito a nichel e cromo. I pigmenti a base di molibdeno vengono impiegati nelle vernici e negli inchiostri per la loro capacità di conferire colori intensi e vivaci. Inoltre, il molibdato di ferro e bismuto vengono utilizzati come catalizzatori per reazioni di ossidazione selettive. In aggiunta, il disolfuro di molibdeno è impiegato come lubrificante solido e catalizzatore nell’idrocracking delle frazioni del petrolio.

Riscritto da fonte: http://chimicamo.org//chimica-generale/metalli-di-transizione/

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