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Potenziale zeta: costante di Hamaker, grafici

Il significato del potenziale zeta, noto anche come potenziale elettrocinetico, è strettamente legato alla formazione del doppio strato elettrico in un sistema colloidale. I colloidi sono costituiti da una sostanza dispersa in un’altra, come liquido o gas, denominata fase disperdente. Al contrario delle soluzioni vere, dove le particelle del soluto e del solvente non sono distinguibili, i colloidi presentano particelle disperse di dimensioni comprese tra 1000 e 10 A°.

La stabilità dei colloidi è determinata dalla struttura elettrica e ionica dell’interfaccia particelle-liquido, che è caratterizzata dal doppio strato elettrico. La resistenza alle variazioni nel della dispersione nel sistema colloidale è essenziale per la sua stabilità.

Il Doppio Strato Elettrico

Nel contesto del doppio strato elettrico, il caso dell’ioduro di in acqua è un esempio interessante poiché forma un colloidale molto stabile. Le particelle di AgI assorbono gli ioni in eccesso sulla loro superficie, formando due tipi di aggregati con ioni positivi e negativi presenti in soluzione.

Potenziale Zeta

Il potenziale zeta è il potenziale generato dal doppio strato elettrico all’interfaccia particelle-liquido. Esso dipende dalla natura e dalla struttura del doppio strato elettrico e svolge un ruolo fondamentale nella stabilità dei colloidi.

Teoria DVLO

La teoria DVLO, sviluppata dai fisici Derjaguin, Verwey, Landau e Overbeek, analizza la stabilità dei in base all’energia potenziale totale VT, data dai contributi competitivi di energia potenziale dovuti al solvente, alle forze attrattive e repulsive. Il potenziale attrattivo è influenzato dalla e dalla distanza tra le particelle, mentre il potenziale repulsivo è determinato dalla repulsione del doppio strato elettrico, rappresentato dal potenziale zeta.

Misura del Potenziale Zeta

Il potenziale zeta può essere determinato sperimentalmente tramite misure di mobilità elettroforetica, fornendo informazioni sulla stabilità potenziale del sistema colloidale. Particelle con valori elevati di potenziale zeta si respingono, contribuendo alla stabilità del sistema colloidale.

Concetto Teorico alla Base della Stabilità dei Sistemi Colloidali

La stabilità di un sistema colloidale dipende dal bilanciamento delle forze attrattive e repulsive tra le particelle. Queste interazioni si manifestano quando le particelle si avvicinano a causa del moto Browniano.

Analisi Grafica degli Effetti delle Forze

Tracciando i contributi delle forze attrattive (VA) e repulsive (VR) rispetto alla distanza tra le particelle, si possono individuare due scenari distinti:

1. Nel caso in cui le forze repulsive superano quelle attrattive, si osserva un picco corrispondente a una barriera energetica che impedisce l’aggregazione delle particelle, garantendo la stabilità del sistema colloidale.

2. Se, al contrario, il risultante è negativo, predominano le forze di attrazione, portando all’aggregazione delle particelle e alla formazione di flocculi o coaguli, rendendo il sistema colloidale instabile.

Fattori di Stabilizzazione dei Sistemi Colloidi

Alcuni fattori che contribuiscono alla stabilità dei sistemi colloidali includono:

Repulsione Sterica

: l’assorbimento di polimeri sulla superficie delle particelle impedisce il contatto diretto, mantenendo le particelle separate grazie alla repulsione tra gli strati polimerici.

: dipendente dalla presenza di particelle cariche all’interno del sistema colloidale.

Applicazioni dei Colloidi in Diversi settori

L’utilizzo dei colloidi nell’ambito del trattamento delle acque, dell’industria alimentare, farmaceutica, agricola e cosmetica ha stimolato la ricerca e lo sviluppo continuo in questo campo.

La ricerca sull’ottimizzazione dei sistemi colloidali e sulle applicazioni pratiche in settori diversificati continua a evolversi, offrendo nuove opportunità e soluzioni innovative per vari ambiti applicativi.

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