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Radio: storia, reazioni

Il Radio: un Elemento Essenziale della Tavola Periodica

Il radio è l’ultimo dei metalli alcalino-terrosi, appartenente al Gruppo 2 e al 7° Periodo della Tavola Periodica. Questo elemento ha numero atomico 88 e una configurazione elettronica [Rn] 7s². Fu scoperto nel 1898 dalla chimica polacca Marie Sklodowska Curie e dal marito Pierre Curie.

Marie Curie isolò il radio dalla pechblenda, un minerale ricco di uranio, e notò la sua straordinaria radioattività, superiore a quella dell’uranio stesso. Successivamente identificò il polonio, un elemento 300 volte più radioattivo dell’uranio. Fu in seguito individuata la presenza del radio, 900 volte più radioattivo dell’uranio, conferendo a Marie Curie il Premio Nobel per la Chimica nel 1911.

Proprietà e Reattività del Radio

Il radio è un metallo tenero di colore bianco argenteo che bruciando produce una fiamma rossa. È uno degli elementi più rari sulla Terra, resistente alla corrosione grazie a una patina protettiva sulla superficie. Mostra luminescenza e conferisce alla fiamma un caratteristico colore rosso carminio. Il radio reagisce con vari non metalli come ossigeno, fluoro, cloro e azoto, così come con gli acidi, producendo idrogeno.

In presenza di aria, il radio si ossida reagendo con l’azoto per formare il nitruro nero. Inoltre, reagisce con l’acqua dando luogo alla formazione di idrossido e idrogeno gassoso.

Applicazioni e Utilizzi del Radio

In passato, il radio veniva impiegato in vernici luminose, ad esempio nei quadranti degli orologi, ma anche in dispositivi per aeromobili e strumenti vari. Tuttavia, a causa della pericolosità legata alla sua radioattività, è stato sostituito dal cobalto-60. Attualmente, il radio viene utilizzato insieme al berillio poiché entrambi emettono neutroni.

In ambito medico, il radio è impiegato per ottenere il radon, utilizzato per trattamenti specifici. Nonostante la sua pericolosità, il radio rimane un elemento di grande interesse per la ricerca scientifica e le applicazioni tecnologiche.

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