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Ruggine

La formazione della ruggine e le reazioni coinvolte

La ruggine è costituita da ossidi di ferro idrati Fe(OH)3, FeO(OH) e da Fe2O3·H2O che si formano sulle superfici di materiali di ferro esposti all’aria a seguito della corrosione.

La ruggine si forma in presenza di aria umida o in un processo elettrochimico per reazione con acqua, ossigeno e un elettrolita. Un tasso di umidità nell’aria maggiore del 50% è sufficiente per fornire l’acqua necessaria alla corrosione del ferro.

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Il processo di formazione della ruggine inizia con l’ossidazione del ferro che avviene secondo la semireazione. La semireazione di riduzione avviene tra ioni H+ provenienti dalla dissociazione dell’acqua e l’ossigeno in essa disciolto. La reazione complessiva è pertanto: 2 Fe(s) + 4 H+(aq) + O2(aq) → 2 Fe2+(aq) + 2 H2O(l).

In presenza di un’acqua acida ovvero se il pH è basso, la reazione che avviene porta alla formazione di idrogeno gassoso: Fe(s) + 2 H+(aq) → Fe2+(aq) + H2(g).

In entrambi i casi, poiché vengono consumati nel processo ioni H+, il pH dell’acqua tende ad aumentare e conseguentemente la concentrazione degli ioni OH-. Questi ultimi reagiscono con Fe2+ per dare l’idrossido di ferro (II) poco solubile di colore verde: Fe2+(aq) + 2 OH-(aq) → Fe(OH)2(s).

Lo ione Fe2+ reagisce anche con gli ioni H+ e ossigeno per dare ioni Fe3+: 4 Fe2+(aq) + 4 H+(aq) + O2(aq) → 4 Fe3+(aq) + 2 H2O(l).

Gli ioni Fe3+ reagiscono con gli ioni OH- per dare idrossido di ferro (III): Fe3+(aq) + 3 OH-(aq) → Fe(OH)3(s).

L’idrossido di ferro (III) si presenta poroso e si trasforma nella forma cristallina Fe2O3·H2O, ossido di ferro (III) idrato di colore rosso-marrone. Poiché tali processi avvengono con gli ioni H+ e con gli ioni OH-, il pH gioca un ruolo di fondamentale importanza. In carenza di ossigeno il composto che si forma è la magnetite, che può essere scritta come Fe3O4 che è costituita in realtà da una miscela di FeO e Fe2O3.

Se sono presenti altri ioni come lo ione calcio Ca2+ e ione carbonato CO32-, si formano una serie di sali poco solubili che, unendosi all’idrossido di ferro (III), formano un rivestimento che non aderisce alla superficie metallica e tende a sfaldarsi, esponendo il ferro sottostante a una successiva corrosione.

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