Le soluzioni elettrolitiche come conduttori di corrente elettrica
Le soluzioni elettrolitiche costituiscono un importante mezzo per la conduzione di corrente elettrica, grazie alla presenza di sostanze disgregate in ioni come acidi, basi e sali che, in presenza di acqua, si frammentano in ioni positivi e negativi.
Uno dei pionieri nello studio delle soluzioni elettrolitiche è stato il fisico e chimico Michael Faraday, il quale ha dimostrato che queste soluzioni sono in grado di trasportare corrente elettrica grazie alla presenza di ioni carichi che si spostano attraverso la soluzione da un elettrodo all’altro.
Ogni ione possiede una specifica carica che può variare tra numeri interi da -1 a +3. I solidi ionici come il cloruro di sodio, per esempio, sono composti da particelle cariche che possono condurre corrente elettrica solo quando sono disciolti in acqua o fusi.
Gli ioni carichi positivamente sono noti come cationi e sono attratti dall’elettrodo negativo (catodo), mentre gli ioni carichi negativamente sono chiamati anioni e sono attratti dall’elettrodo positivo (anodo).
Solitamente, l’acqua viene impiegata come solvente per la dissoluzione degli elettroliti. Grazie alla sua natura polare covalente, l’acqua riduce le forze di attrazione tra gli ioni presenti nei solidi ionici o tra gli atomi nelle molecole polari covalenti. In presenza di un composto ionico, l’acqua si comporta come un dipolo elettrostatico, creando un’attrazione tra gli ioni e le molecole del solvente, diminuendo l’attrazione elettrostatica e rompendo la struttura cristallina.
Quando un elettrolita molecolare, come l’acido cloridrico, viene a contatto con l’acqua, avviene un processo di ionizzazione che porta alla formazione di ioni.
Nonostante l’acqua sia il solvente più comunemente impiegato, esistono altri solventi con elevate proprietà di polarità e conduttività specifica che possono essere utilizzati per creare soluzioni elettrolitiche.