Calcoli biliari, composizione, cause

I calcoli biliari o calcoli alla colecisti sono noti all’uomo da millenni e sono stati trovati nella cistifellea delle mummie egiziane risalenti al 1000 a.C. L’analisi chimica dei calcoli biliari fornisce importanti evidenze sull’origine, l’eziologia e le basi metaboliche della sua formazione e aiuta nell’identificazione dei fattori di rischio che predispongono alcuni individui alla formazione di calcoli.

La cistifellea o colecisti dal greco χωλή che significa bile e κύστις che significa vescica è un organo cavo facente parte dell’apparato digerente che ha lo scopo di immagazzinare la bile prodotta dal fegato per poi rilasciarla nell’intestino tenue durante la digestione. La cistifellea riceve e immagazzina la bile che proviene dal fegato e, in occasione dei pasti, si contrae rilasciandola.

cistifellea

La bile ha due funzioni principali ovvero collabora ai processi della digestione e dell’assorbimento dei grassi alimentari e consente l’eliminazione dall’organismo di prodotti di scarto.

Nella cistifellea possono formarsi calcoli biliari per la precipitazione di sostanze scarsamente idrosolubili, che si formano a causa di un eccesso di colesterolo e di calcio inorganico o di bilirubina.

Cause dei calcoli biliari

Si ritiene che i calcoli biliari siano causati da uno squilibrio nella composizione chimica della bile all’interno della cistifellea. Essi si possono formare se ci sono livelli insolitamente alti di colesterolo o di bilirubina all’interno della cistifellea.

Questi squilibri chimici causano lo sviluppo di minuscoli cristalli nella bile. Questi possono crescere gradualmente impiegando anche molti anni in pietre solide che possono essere di piccole dimensioni come un granello di sabbia o grandi come una pietra.

Secondo la statistica medica le persone più a rischio sono quelle di sesso femminile e, in particolare se hanno avuto figli, in particolare se hai avuto figli, o stanno assumendo la pillola estroprogestinica o sono in terapia con estrogeni a dosi elevate.

Un’altra possibile causa dei calcoli biliari è il sovrappeso, l’obesità, elevati valori di colesterolo, età superiore a 40 anni, perdita di peso causata di dieta o intervento chirurgico e una condizione di familiarità.

Altre possibili cause sono dovute a patologie che influiscono sul flusso della bile, come cirrosi, colestasi ostetrica che può insorgere nelle fasi finali della gestazione, la malattia di Crohn caratterizzata da un’infiammazione cronica dell’intestino, la sindrome dell’intestino irritabile, che una volta veniva definita colite spastica, diabete o la più rara colangite sclerosante primitiva.

Dagli studi emerge una possibile correlazione tra calcoli biliari e assunzione del ceftriaxone, antibiotico appartenente al gruppo delle cefalosporine utilizzato nel trattamento di infezioni provocate da batteri Gram-negativi solitamente resistenti alla terapia antibiotica

Composizione e diffusione dei calcoli biliari

Studi condotti sulla diffusione dei calcoli biliari riportano che sono stati trovati più frequentemente nelle pazienti di sesso femminile (60.9%) rispetto a quelli di sesso maschile (39.1%) con una marcata variazione geografica.

Negli Stati Uniti ne è affetto il 15% della popolazione con una prevalenza maggiore nei messicani-americani rispetto ai bianchi non ispanici e una incidenza inferiore nei neri non ispanici mentre una prevalenza straordinariamente alta è stata riscontrata negli indiani d’America. In Europa, gli studi hanno rivelato una prevalenza del 9-21% e un’incidenza di 0,63/100 persone/anno

tipi di calcoli

I calcoli biliari sono composti da colesterolo puro (54.3%), bilirubina pura (2.2%) o calcoli misti (43,5%). Il costituente chimico più comune è il colesterolo (82.6%), mentre la bilirubina è osservata nel 26,1% dei calcoli. Nei paesi sviluppati, oltre l’85% dei calcoli biliari sono calcoli di colesterolo.

Sono presenti in tutti i tipi d i calcoli biliari, come componenti minori fosfolipidi, trigliceridi, acidi biliari, acidi grassi esterificati, proteine ​​solubili, magnesio, ferro, rame, sodio, potassio, fosfato inorganico, ossalato e cloruro. Il calcio è presente nel 32.6% dei calcoli biliari sotto forma di sali di calcio di bilirubina e carbonato.

Prevenzione

Acidi contenuti nella frutta
frutta

In  generale, una dieta sana è il miglior metodo di prevenzione evitando comunque diete drastiche o un apporto calorico molto basso inferiore alle 800 cal al giorno. Una dieta ricca di fibre e povera di grassi aiuta a mantenere il colesterolo biliare in forma liquida sebbene la brusca diminuzione di sostanze grasse o la loro eliminazione può causare la loro formazione.

Alimenti ricchi di fibre, frutta e verdura crude, fagioli e piselli secchi, cereali integrali e crusca, dovrebbero essere presenti nella dieta. Studi recenti hanno dimostrato che un consumo moderato di olio di oliva e l’assunzione di caffè riduce il rischio di calcoli biliari. I ricercatori hanno scoperto che l’incidenza dei calcoli biliari è relativamente bassa tra le persone che vivono in aree in cui il consumo di olio di oliva è elevato a conferma della bontà della dieta Mediterranea.

Alcuni studi suggeriscono che la lecitina presente in numerosi alimenti, tra cui semi di soia, farina d’avena, uova, latte, arachidi, cavoli e cioccolato e usata come addensante in gelati, maionese e altri alimenti  può aiutare a prevenire i calcoli biliari impedendo al colesterolo di solidificarsi nella cistifellea.

 

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