Gli effetti della cannabis sul corpo umano: comprensione dell’azione e dei modi di consumo
La cannabis, conosciuta anche come marijuana o hashish, è una sostanza derivata dalla pianta di cannabis che contiene un gran numero di composti, inclusi oltre 60 cannabinoidi con proprietà psicoattive, tra cui il THC (Delta-9-tetraidrocannabinolo) è il più potente e conosciuto.
Il THC interagisce con i recettori cannabinoidi che si trovano nel sistema nervoso centrale e nell’apparato immunitario, influenzando vari processi cerebrali. In particolare, interviene nella comunicazione tra le cellule nervose nell’ippocampo, coinvolto nella memoria a breve termine, e nella corteccia prefrontale, responsabile della percezione, della concentrazione e del giudizio, oltre a influenzare il sistema limbico, coinvolto nella regolazione delle emozioni.
Il metodo di consumo più diffuso della marijuana è attraverso l’inalazione del fumo, tramite sigarette artigianali (spinelli), pipe o bong. Purtroppo, negli ultimi tempi si è diffuso l’utilizzo di “blunt”, sigari in cui il tabacco è sostituito con marijuana o altre sostanze come crack o cocaina.
Dopo l’inalazione, il THC contenuto nella marijuana passa dai polmoni al flusso sanguigno e si diffonde in tutto il corpo, incluso il cervello. Qui, il THC si lega ai recettori cannabinoidi nelle cellule nervose, alterandone l’attività. Gli effetti della cannabis si manifestano poco dopo l’assunzione e persistono per alcune ore.
Gli effetti immediati dell’assunzione di marijuana includono un aumento della frequenza cardiaca, che può accelerare fino a 120-130 battiti al minuto o più. La sostanza può anche generare sensazioni di piacere e alterazioni della percezione del tempo, che sembra scorrere più lentamente.
L’uso di cannabis ha conseguenze sia a breve che a lungo termine sul corpo umano. Gli effetti acuti comuni sono deficit nell’attenzione, nella concentrazione e nella memoria a breve termine, disorientamento, ansia, irritazione agli occhi, aumento della frequenza cardiaca, affaticamento, mal di testa, disturbi della coordinazione e rallentamenti nella reazione a stimoli esterni.
A lungo termine, l’uso prolungato della marijuana può determinare aumenti della salivazione, disturbi del ritmo sonno-veglia, congiuntivite, bronchite, compromissioni del sistema immunitario e alterazioni del metabolismo cellulare. A livello psicologico, gli effetti a lungo termine includono apatia, instabilità dell’umore, mancanza di interesse, confusione mentale, ridotta produttività e problemi di memoria e attenzione.
Studi hanno dimostrato che i derivati della cannabis possono danneggiare la struttura del DNA, dell’RNA e del nucleo cellulare, aumentando il rischio di mutazioni genetiche e lo sviluppo di tumori. Inoltre, l’assunzione di cannabis può alterare la morfologia e la funzionalità del cervello, legandosi a recettori specifici.
In conclusione, è importante essere consapevoli degli effetti negativi della cannabis sul corpo umano, sia a breve che a lungo termine, e prendere decisioni informate riguardo alla propria salute.