Olio di colza: caratteristiche e produzione
L’olio di colza è un tipo di olio vegetale ottenuto dai semi della pianta Brassica napus, coltivata principalmente in climi nordici come Canada, India, Cina, Stati Uniti d’America, Germania e Francia. Originariamente utilizzato per l’illuminazione stradale, solo a metà del XIX secolo è diventato popolare come alimento.
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Composizione e confronto con l’olio di oliva
Questo olio ha una bassa percentuale di grassi saturi (6,31%), contenendo principalmente grassi monoinsaturi (61,52%) e polinsaturi (29,62%). Rispetto all’olio di oliva, l’olio di colza ha una minore quantità di grassi saturi, rendendolo una scelta potenzialmente migliore grazie all’alta presenza di grassi insaturi e polinsaturi.
Acido erucico
Negli anni ’60 sono emersi preoccupanti rischi per la salute legati alla presenza di acido erucico nell’olio di colza. Questo acido monoinsaturo a 22 atomi di carbonio può essere tossico per l’organismo, limitando la sua presenza all’interno dell’olio entro il 5%. L’acido erucico può influenzare negativamente la crescita, il fegato e il cuore, con particolare effetto tossico sulla salute cardiaca.
Olio di canola
Negli anni ’70, grazie alla manipolazione genetica della pianta di colza, è stato creato l’olio di canola (Canadian Oil Low Acid), con una minore quantità di acido erucico e un aumento di acido oleico. Questa variazione ha reso l’olio di canola idoneo per l’uso alimentare.
L’olio di canola è ampiamente impiegato nell’industria alimentare per la produzione di margarine, dolci, biscotti, grissini, prodotti surgelati, fritti e alimenti confezionati di varia qualità, nonché nei ristoranti e nei fast food.
Controversie e trattamenti
Un problema legato all’olio di canola è la sua derivazione da organismi geneticamente modificati, che potrebbe non essere gradita a chi è contrario a tali pratiche. Inoltre, pochi sono consapevoli che l’olio di canola subisce trattamenti chimici e termici prima di essere commercializzato, come decolorazione, deodorizzazione e idrogenazione, che possono alterarne la struttura e il valore nutrizionale.
Possibili rischi
Secondo alcuni studiosi, tali processi di raffinazione possono comportareGli effetti nocivi dell’olio di canola sono stati oggetto di recenti studi, che hanno evidenziato possibili rischi per la salute umana e per l’ambiente.
Rischi per la salute umana
L’olio di canola è stato associato a anomalie nelle piastrine del sangue, ritardi nella crescita, danni ai radicali liberi e un aumento del rischio di cancro. Durante l’idrogenazione catalitica, alcuni acidi grassi rimangono insaturi ma diventano isomeri trans, che possono causare malattie coronariche e arteriosclerosi. Studi recenti hanno dimostrato una correlazione significativa tra l’assunzione di acidi grassi trans e gli eventi ischemici cerebrali nelle donne in post-menopausa.
Impatti sull’ambiente
La produzione di olio di colza, da cui si ottiene anche il miele di colza, ha effetti nocivi sull’ambiente. A causa delle modifiche genetiche, un gene marcatore si trasferisce nell’apparato digerente delle api causandone la morte. Le api sono cruciali per l’ecosistema in quanto rappresentano degli indicatori dello stato di benessere dell’ambiente. Pertanto, evitare l’olio di colza e diffidare dai prodotti di bassa qualità è essenziale non solo per prevenire danni alla salute umana ma anche per proteggere l’ambiente e la biodiversità.
In conclusione, è importante prestare attenzione all’origine e alla qualità dell’olio di canola e diffidare da prodotti che potrebbero contenere rischi per la salute e per l’ambiente. Optare per alternative più sicure e sostenibili può contribuire a salvaguardare la salute di tutti e a preservare l’ecosistema in cui viviamo.