Solfuro di carbonio: proprietà, reattività e impieghi principali
Il solfuro di carbonio (CS2) è un liquido volatile e poco solubile in acqua. Tuttavia, la sua solubilità è maggiore in etanolo, etere etilico, benzene, cloroformio e tetracloruro di carbonio. Sebbene sia soggetto all’azione dei nucleofili, ha un odore sgradevole a causa della presenza di tracce di composti organici solforati ed è altamente infiammabile e sensibile alla luce.
Reattività del solfuro di carbonio
Il solfuro di carbonio reagisce in ambiente basico per formare carbonati e tiocarbonati. In condizioni basiche, reagisce con gli alcoli per produrre xantati e può subire clorurazione con formazione del tetracloruro di carbonio e il monocloruro di zolfo. Inoltre, reagisce con l’anilina per fornire tiocarbanilide e solfuro di idrogeno.
Può anche dare luogo a ditiocarbammato di ammonio, dimetil ditiocarbammato di sodio e solfuro di carbonile. Infine, può essere ossidato con acido clorosolfonico e reagire con urea per produrre il tiocianato di ammonio.
Impieghi principali
In passato, il solfuro di carbonio veniva utilizzato come solvente per estrarre oli, grassi e cere. Attualmente, è impiegato come materia prima per la produzione di cellulosa rigenerata. Tale processo consente di ottenere la viscosa, una massa sciropposa che viene fatta maturare per produrre filamenti di rayon viscosa, una fibra tessile.
In sintesi, il solfuro di carbonio, grazie alle sue caratteristiche e reattività, trova applicazione sia nell’industria chimica, ad esempio nella produzione di xantati, sia nel settore tessile per la produzione di fibra viscosa.
Queste reazioni e applicazioni rendono il solfuro di carbonio un composto chimico versatile che continua a essere oggetto di studio e interesse per diverse industrie.