La recente attenzione al tetracloroetilene, un composto chimico ampiamente impiegato in vari settori industriali, ha spinto le autorità a rivedere le normative riguardanti il suo utilizzo e smaltimento. Utilizzato principalmente come sgrassante per metalli e per la pulizia a secco, il tetracloroetilene è un derivato clorurato dell’etene con una formula chimica che riflette la sua struttura altamente attiva.
L’International Agency for Research on Cancer ha recentemente classificato il tetracloroetilene nel gruppo 2A, indicandolo come probabile cancerogeno per l’uomo. Inoltre, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha fissato un valore guida di 40µ/L, avvertendo sui potenziali rischi associati a questo composto chimico. L’analisi della sua presenza nell’ambiente ha rivelato la sua diffusione nelle acque sotterranee, nell’aria e nel suolo, oltre all’individuazione in vari alimenti. Le preoccupazioni per la salute pubblica si intensificano ulteriormente a causa delle sue proprietà tossiche, che possono influenzare negativamente diversi apparecchi del corpo umano.
Proprietà e utilizzo del tetracloroetilene
Il tetracloroetilene è caratterizzato da un forte odore dolciastro ed è un liquido incolore non infiammabile. È altamente volatile e miscibile con vari solventi organici. In ambito industriale, l’interesse per questo composto è emerso negli Stati Uniti nei primi anni del ‘900, principalmente come sottoprodotto della produzione di tetracloruro di carbonio. Col passare del tempo, il tetracloroetilene è diventato il solvente preferito per la pulizia a secco, grazie alla sua capacità di sciogliere grasso e oli senza danneggiare i tessuti.
Regolamentazione e smaltimento
Con l’aumento delle preoccupazioni riguardanti il suo impatto ambientale, la produzione e l’utilizzo del tetracloroetilene hanno subìto una flessione dalla fine degli anni ’70. Le autorità competenti hanno impostato nuove normative per minimizzare l’impatto ambientale di questo composto, incentivando l’industria a migliorare il recupero e il riciclaggio. Gli impianti di lavaggio a secco, che tradizionalmente utilizzavano questo solvente, ora devono conformarsi a standard più elevati per la gestione dei rifiuti pericolosi generati dal suo utilizzo.
Le innovazioni nelle pratiche di smaltimento includono metodi alternativi di assorbimento e interramento, garantendo che il tetracloroetilene sia gestito in modo responsabile per proteggere sia la salute pubblica sia l’ambiente, rispondendo così a una crescente responsabilità da parte dell’industria chimica.