Ninidrina e le sue applicazioni nella chimica analitica e forense
La ninidrina è un composto chimico utilizzato come indicatore per rilevare gli amminoacidi. È stato sintetizzato per la prima volta nel 1910 dal chimico tedesco Siegfried Ruhemann e ha diverse applicazioni, tra cui la sintesi di composti eterociclici e il rilevamento delle impronte digitali.
È un solido di colore bianco o giallo pallido, solubile in acqua, etanolo e acetone a temperatura ambiente.
La ninidrina reagisce con ammoniaca, ammine primarie e secondarie, e peptidi, formando una sostanza di colore azzurro-violetto. Inoltre, è un forte agente ossidante, capace di provocare la decarbossilazione ossidativa degli amminoacidi.
Questa reazione avviene con tutti gli amminoacidi tranne la prolina e l’idrossiprolina a causa della mancanza di atomo di azoto disponibile per la reazione in quanto fa parte di un anello. Questa caratteristica rende la ninidrina utile per la determinazione degli amminoacidi presenti nelle proteine.
Nella chimica forense, la ninidrina è impiegata per il rilevamento delle impronte digitali. Il sudore contiene sostanze che reagiscono con la ninidrina, e questo fenomeno è stato utilizzato per rilevare le impronte digitali latenti su superfici porose.
In sostanza, la ninidrina ha un ruolo significativo nella chimica analitica e forense, sia come reagente per la determinazione degli amminoacidi, sia per il rilevamento delle impronte digitali.