Il processo di ossidazione di Pfitzner-Moffat è un metodo delicato per trasformare alcoli primari e secondari in corrispondenti aldeidi e chetoni. Questo metodo è stato scoperto nel 1963 da Moffat e Pfitzner durante uno studio sull’ossidazione degli alcoli a aldeidi e chetoni senza ulteriore ossidazione.
Condizioni di reazione
Per effettuare questa reazione, si utilizza l’alcol trattato a temperatura ambiente con dimetilsolfossido anidro (DMSO) e dicicloesilcarbodiimide (DCC) in un ambiente moderatamente acido. Gli ioni H+ necessari per la reazione possono derivare da acido fosforico, acido acetico o trifluoroacetato di piridinio. Gli acidi forti come HCl, H2SO4 e HClO4 aiutano a prevenire la formazione di ilidi. Reazione e meccanismo
La reazione di ossidazione del gruppo alcolico avviene senza essere influenzata in modo significativo da impedimenti sterici, tranne che per alcoli particolarmente ingombrati. Questa reazione può anche procedere in presenza di altri gruppi funzionali come gruppi amminici o doppi legami, che non vengono ossidati. Tuttavia, l’ossidazione di Pfitzner-Moffat viene utilizzata raramente a causa della bassa resa di reazione e dei sottoprodotti difficili da rimuovere, come la N,N’-dicicloesilurea. L’ossidazione di Swern è preferita per queste ragioni ma l’ossidazione di Pfitzner-Moffat rimane comunque un metodo utile per l’ossidazione degli alcoli, in quanto può essere svolta a temperatura ambiente e con reagenti economici.
Il meccanismo dell’ossidazione di Pfitzner-Moffat inizia con la protonazione della dicicloesilcarbodiimide, seguita dall’attacco del dimetilsolfossido, formando un intermedio con zolfo carico positivamente. Questo intermedio reagisce con l’alcol per formare un’ilide di alcossisolfonio, che si trasforma poi in aldeidi e chetoni.
In alternativa alla dicicloesilcarbodiimide, è possibile utilizzare altri elettrofili come attivatori del dimetilsolfossido. Ad esempio, nel 1965 è stata proposta l’uso dell’anidride acetica e del pentossido di fosforo (V).