Pirano e pironi: caratteristiche e reazioni
Il pirano è un eterociclo a sei termini non aromatico costituito da cinque atomi di carbonio e un atomo di ossigeno, contenente due doppi legami. La sua formula molecolare è C5H6O ed è caratterizzato dalla presenza di un atomo di carbonio ibridato sp3. Esso può esistere in due isomeri: il 2H-pirano (α-pirano) e il 4H-pirano (γ-pirano), quest’ultimo sintetizzato e caratterizzato nel 1962. Tuttavia, è noto per essere molto instabile, soprattutto in presenza di aria.
Le reazioni del pirano sono di particolare interesse. Dall’ossidazione del pirano si ottengono i sali di pirilio, mentre dalla sua riduzione si ottengono i tetraidropirani. Il tetraidropirano è un liquido incolore e volatile, la cui struttura è presente negli zuccheri piranosidici come il β-D-glucopiranosio. Anche se i pirani stessi non sono di particolare importanza, molti dei loro derivati costituiscono molecole biologiche, come i piranoflavonoidi.
I sali di pirilio ottenuti dall’ossidazione del pirano contengono il catione pirilio, costituito da un anello coniugato a sei termini. Il carbonio legato all’ossigeno tramite doppio legame è anche uno ione ossonio, meno reattivo a causa della stabilizzazione per risonanza. Questi sali reagiscono con i nucleofili nelle posizioni 2, 4 e 6, e la loro aromaticità permette loro di subire ulteriori reazioni per ottenere altri composti aromatici.
I pironi, invece, sono costituiti da un anello a sei termini contenente un atomo di ossigeno e un gruppo funzionale chetonico. Essi si presentano in due isomeri: il 2-pirone (α-pirone) e il 4-pirone (γ-pirone). La struttura del 2-pirone è contenuta nella cumarina, mentre il 4-pirone si trova in alcuni composti naturali come il cromon, il maltolo e l’acido cogico.
In conclusione, pirano e pironi presentano caratteristiche e reattività che li rendono oggetto di significativo interesse nella chimica organica e biologica.