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Plastificanti- Chimica organica

Ruolo e tipologie di plastificanti per materiali polimerici

I plastificanti sono composti organici aggiunti ai materiali per migliorarne la flessibilità, la resilienza e la lavorabilità. La loro storia risale al 1930 quando Benjamin Franklin Goodrich scoprì che l’aggiunta di plastificanti al PVC produceva un materiale più flessibile. Inizialmente si usava il di-2-etilesilftalato, ancora oggi ampiamente impiegato.

Funzioni e utilizzo dei plastificanti

I plastificanti vengono impiegati per aumentare la fluidità e la termoplasticità dei materiali polimerici, riducendo la temperatura di transizione vetrosa, di fusione e la viscosità del polimero fuso. Inoltre, influiscono modulo elastico, la durezza e la resistenza finale del prodotto senza alterarne la composizione chimica. Questi composti agiscono anche come lubrificanti interni per facilitarne la lavorazione.

Classificazione dei plastificanti

Esistono varie categorie di plastificanti, ma solo una cinquantina sono ancora in uso per le loro proprietà. Tra le classi più comuni ci sono gli ftalici come il DEHP e il DINP, prodotti mediante esterificazione di specifici alcoli e acidi ftalici. Altri esempi sono gli esteri di acidi bicarbossilici come gli acidi glutarico, adipico, azelaico e sebacico, utilizzati per conferire maggiore flessibilità e resistenza a basse temperature ai polimeri.

Ruolo degli esteri di acidi bicarbossilici

Gli esteri di acidi bicarbossilici sono noti per conferire maggiore flessibilità e resistenza ai materiali a basse temperature. Questi composti sono formati da una catena di carboni con gruppi carbossilici terminali. Gli acidi bicarbossilici più comuni sono l’acido glutarico, adipico, azelaico e sebacico, da cui derivano gli esteri utilizzati come plastificanti.

In conclusione, i plastificanti svolgono un ruolo fondamentale nell’ottimizzazione delle proprietà meccaniche dei materiali polimerici, garantendo flessibilità, resistenza e facilità di lavorazione. La scelta del tipo di plastificante dipende dalle specifiche esigenze dell’applicazione e dalle proprietà desiderate del materiale finale.

Plastificanti alternativi e impatto ambientale

L’uso diffuso dei plastificanti presenta una problematica legata alla loro potenziale fuoriuscita dai polimeri nel , provocando esposizione umana e contaminazione ambientale. In particolare, gli ftalati sono stati associati a preoccupazioni per la salute, considerati come perturbatori endocrini.

Il crescente settore della

chimica verde

si pone l’obiettivo di ridurre o eliminare l’impiego di sostanze pericolose, non solo durante l’utilizzo ma anche nella produzione e nella gestione dei rifiuti. In questo contesto, sono stati sviluppati

plastificanti ecologici

che seguono percorsi di biodegradazione, evitando la produzione di composti noti per la loro tossicità e persistenza nell’ambiente.

Tra le nuove soluzioni proposte, sono stati progettati diesteri a base di

,

acido maleico

e

, che si sono dimostrati efficaci e conuna buona capacità di degradazione. Questi plastificanti green offrono un’alternativa sostenibile per diversi settori industriali, contribuendo a una minore impatto ambientale e a una maggiore sicurezza per la salute dei consumatori.

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