Poliammidi: il Processo di Polimerizzazione e il Ruolo di Carothers
Le poliammidi sono polimeri con legami ammidici, simili alle proteine, caratterizzati da diverse strutture come le ammidi primarie, secondarie e terziarie. Wallace Hume Carothers, un pioniere delle resine sintetiche, contribuì alla sintesi delle prime poliammidi nel 1935.
Le poliammidi alifatiche presentano una struttura lineare con gruppi –CO-NH- derivati da amminoacidi, lattami, diammine e acidi bicarbossilici. La loro cristallinità è determinata dalle forze di coesione interne ed esterne, che conferiscono alla polimero eccellenti caratteristiche meccaniche come elasticità, durezza e resistenza all’abrasione.
I processi di polimerizzazione per la produzione di poliammidi includono la policondensazione diretta di amminoacidi o diammine e acidi dicarbossilici a temperature elevate e la polimerizzazione di cloruri acidi con ammine a basse temperature. Inoltre, vi è la polimerizzazione per apertura idrolitica di lattami e la polimerizzazione anionica di lattami con metalli o idruri alcalini.
Il nylon 6,6 è un esempio famoso di poliammide, ottenuto dalla polimerizzazione dell’esametilendiamminoadipato. La sintesi avviene in due fasi: la preparazione di una soluzione acquosa del sale 6,6 e la polimerizzazione con uno stabilizzante, che può essere eseguita in discontinuo o continuo.
Un aneddoto interessante è che inizialmente Carothers non comprese l’importanza del nylon. Tuttavia, la Du Pont riconobbe il suo potenziale commerciale, avviando la produzione del nylon 6,6 nel 1938 e introducendolo sul mercato nel 1939. Durante la Seconda Guerra Mondiale, il nylon venne impiegato per usi bellici e successivamente ritornò nei negozi come simbolo della fine del conflitto.
Ripercorrere la storia del nylon e delle poliammidi, dal sogno di Carothers alla produzione in grande scala di uno dei materiali più innovativi del XX secolo, rivela il processo di sviluppo e successo di questi polimeri straordinari.