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Polivinilidenfluoruro in uso in diversi settori industriali

Il polivinilidenfluoruro (PVDF) si conferma come uno dei polimeri ingegneristici più promettenti, grazie alle sue eccezionali proprietà meccaniche, chimiche ed elettroattive. Questo polimero semicristallino e relativamente idrofobico trova applicazione in diversi settori, spaziando dalle batterie a ioni di litio ai dispositivi medici.

Proprietà e Stabilità

Il PVDF, oltre a essere piezoelettrico e stabile chimicamente, è spesso impiegato per rinforzare materiali compositi. Resistente alla corrosione e a vari tipi di agenti chimici, questo polimero mantiene le sue proprietà anche in ambienti sfavorevoli, risultando biocompatibile e approvato dalla Federal Drug Administration per il contatto con gli alimenti. La sua stabilità termica e meccanica lo rende particolarmente versatile: possiede un punto di fusione di 171–180 °C e una temperatura di cristallizzazione compresa tra 141 e 151 °C.

Struttura e Sintesi

Il PVDF presenta una struttura complessa, con almeno cinque fasi cristalline ben definite. Tra queste, la fase β è particolarmente interessante per le sue proprietà piezoelettriche superiori. La sintesi del PVDF avviene tramite polimerizzazione del fluoruro di vinilidene (VDF), attraverso processi che possono includere la polimerizzazione in sospensione o in emulsione a varie temperature e pressioni.

Applicazioni

Le applicazioni del polivinilidenfluoruro sono molteplici e si estendono a campi come l’elettronica, l’industria chimica e quella farmaceutica. Grazie alle sue proprietà piezoelettriche, è utilizzato in sensori e trasduttori acustici. Inoltre, la versatilità del materiale permette la creazione di componenti per dispositivi elettronici, nonché il suo impiego nell’industria automobilistica e nell’ingegneria nucleare. Le caratteristiche di resistenza chimica e meccanica lo rendono adatto per applicazioni in ambienti di alta temperatura e in presenza di sostanze corrosive.

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