Porpora di anilina: storia, mauveina

La storia della porpora di anilina e l’evoluzione dei coloranti nel corso dei secoli

I coloranti sono composti chimici essenziali utilizzati in svariati settori industriali, tra cui quello tessile, la concia delle pelli, la tintura del legno, nonché nel campo farmaceutico e cosmetico. Essi si suddividono in due categorie principali: i coloranti propriamente detti, composti organici solubili che conferiscono il colore attraverso processi di inclusione o reazione chimica, e i pigmenti, meno solubili in acqua e che richiedono l’utilizzo di mezzi leganti per essere fissati al supporto.

L’uso dei coloranti risale all’alba delle prime civiltà umane, e inizialmente, essi venivano ottenuti principalmente da fonti naturali, come piante e animali. Ad esempio, la porpora di Tiro, estratta dai molluschi del genere murex presenti nel Mediterraneo, era tra i coloranti più pregiati e simbolo di potere e status sociale elevato.

La svolta nell’ambito dei coloranti si ebbe nel 1856 grazie al giovane chimico britannico William Perkin, allievo di Hofmann. Mentre il suo mentore era impegnato nella sintesi della chinina per la cura della malaria, Perkin, a soli 18 anni, accidentalmente scoprì la porpora di anilina lavando dell’attrezzatura chimica con alcol. Questo colore viola derivante dall’anilina, un derivato del catrame di carbone, si rivelò essere un eccellente colorante per i tessuti.

L’intuizione di Perkin lo portò a brevettare la porpora di anilina e a introdurla con successo nell’industria tessile. La regina Vittoria stessa contribuì a rendere popolare questo nuovo colorante, indossando un abito di seta tinto di malva alla Royal Exhibition del 1862, sostituendo così la costosa porpora di Tiro riservata tradizionalmente alla nobiltà.

La porpora di anilina, chiamata anche mauveina, fu ottenuta attraverso un processo di ossidazione dell’N-allil toluidina. Questa innovazione segnò l’inizio dell’era dei coloranti sintetici, che avrebbero rivoluzionato l’industria tessile e molti altri settori. Oggi, i coloranti sintetici offrono una vasta gamma di colori e prestazioni, contribuendo alla creazione di prodotti tessili e cosmetici di alta qualità e alla continua evoluzione del mondo della moda e del design.La scoperta della Mauveina, un coloreante sintetico viola, avvenne nel 1856 ad opera del chimico inglese William Henry Perkin. Egli riuscì a sintetizzare la Mauveina utilizzando la toluidina in presenza di acido solforico e di un ossidante. In quel periodo, le conoscenze della chimica non erano avanzate abbastanza da permettere a Perkin di capirne la struttura chimica, ma intuì che fosse costituita da più gruppi anilinici.

La Struttura della Mauveina

Solo nel 1994, grazie all’utilizzo di tecniche spettroscopiche come l’U.V. e la risonanza magnetica nucleare, si scoprì che la Mauveina sintetizzata da Perkin era composta da 4 tautomeri denominati Mauveina A, B, C e B2. Questi studi hanno permesso di approfondire la comprensione della struttura molecolare della Mauveina.

Ulteriori Ricerche

Negli anni successivi, dal 2008 ad oggi, sono state identificate ulteriori strutture della Mauveina, portando il totale a 12 diverse forme molecolari. Questi sviluppi hanno contribuito a migliorare la conoscenza e l’applicazione di questo colorante viola sintetico.

Per saperne di più sulla chimica organica e sulla sintesi di composti coloranti come la Mauveina, puoi consultare articoli specializzati come quello sulla toluidina e sull’acido solforico su Chimica.Today.

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