La saccarina: storia e scoperta
La saccarina è il primo dolcificante artificiale scoperto nel lontano 1879 dai chimici Ira Remsen e Constantin Fahlberg della prestigiosa Johns Hopkins University. Questo dolcificante ha un potere dolcificante molto elevato, circa 400 volte maggiore rispetto al comune saccarosio. Nonostante le sue qualità, la saccarina ha un leggero retrogusto amaro, motivo per cui spesso viene unita ad altre sostanze come l’aspartame per mascherarlo.
Sintesi della saccarina
La saccarina può essere sintetizzata seguendo diversi metodi, uno dei quali prevede l’utilizzo di toluene trattato con acido clorosolfonico. Successivamente, si ottiene una miscela di due isomeri di cloruri di solfonile che vengono separati per dare luogo alla formazione della saccarina.
Proprietà e utilizzo della saccarina
La saccarina è stabile in un intervallo di pH che va da 2 a 7 e a temperature fino a 150°C. Contrariamente agli zuccheri, non favorisce la comparsa delle carie. Questo dolcificante non fornisce calorie poiché non viene metabolizzato dall’organismo, rendendolo una scelta comune in prodotti ipocalorici, bibite dietetiche, prodotti alimentari e formulazioni per l’igiene orale.
La saccarina è comunemente usata dai diabetici come alternativa allo zucchero. Tuttavia, studi tossicologici hanno evidenziato un’incidenza di cancro alla vescica nei ratti, sebbene non ci siano prove che confermino un legame simile negli esseri umani. L’uso della saccarina è comunque approvato in molte parti del mondo.