Il meccanismo di una reazione radicale prevede tre fasi fondamentali: iniziazione, propagazione e terminazione.
Iniziazione
Durante la fase di iniziazione avviene la scissione omolitica di un legame, generando due radicali. Tale fase, sebbene reversibile, è abbastanza lenta. Per rompere il legame e generare i radicali è necessaria l’apportazione di energia sotto forma di luce o calore. Un esempio è la conversione della molecola di Cl2 in due radicali Cl· mediante luce o calore: Cl2 → 2 Cl·. Propagazione
Durante la fase di propagazione, i radicali liberi non diminuiscono. Un radicale altamente reattivo attacca una sostanza, rompendo un legame e formandone un altro. Ad esempio, nel caso dell’etano si ha la seguente reazione: CH3CH3 + Cl· → CH3CH2· + HCl. Questo porta alla generazione di altri radicali che mantengono attiva la reazione. Terminazione
Nella fase di terminazione si osserva una diminuzione dei radicali e possono verificarsi varie reazioni che portano alla loro neutralizzazione. Ad esempio: 2 Cl· ⇄ Cl2, CH3CH2· + CH3CH2· → CH3CH2CH2CH3, CH3CH2· + Cl· → CH3CH2Cl. Durante queste reazioni radicaliche, l’alcano iniziale può trasformarsi in un alogenuro alchilico che contiene più atomi di un determinato alogeno. In conclusione, le reazioni radicaliche possono portare a variazioni nei composti iniziali, come nel caso del cloroetano che, reagendo con Cl·, genera ·CH2CH2Cl. Questo radicale, a sua volta, può interagire con Cl2 per produrre 1,2-dicloroetano ClCH2CH2Cl. Se il cloro è in eccesso, si possono sostituire tutti gli atomi di idrogeno con atomi di cloro durante la reazione.