Il tiocianato di argento, con formula chimica AgSCN, è un sale derivato dall’acido tiocianico, la cui formula è HSCN. Questo composto presenta una struttura che consente la tautomeria con l’acido isotiocianico, H−N=C=S. Come molti altri composti a base d’argento, anche il tiocianato di argento possiede proprietà antimicrobiche.
Meccanismo d’azione
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Il tiocianato di argento esercita la sua azione principale tramite il rilascio di ioni d’argento. Questi ioni interagiscono con le cellule microbiche, causando la loro distruzione. Tuttavia, l’efficacia di questo meccanismo è modulata da vari fattori ambientali, come il pH, le concentrazioni saline, la presenza di enzimi e la temperatura.
Il tiocianato di argento si presenta come cristalli bianchi. È sensibile alla luce e mostra una bassa solubilità in solventi come alcoli, acetone e acidi. Tuttavia, è solubile in ammoniaca grazie alla formazione di un complesso, il diamminoargento Ag(NH3)2+, che è solubile in acqua.
Solubilità del tiocianato di argento
Questo composto ha una solubilità limitata in acqua, con un prodotto di solubilità pari a 1.0 ·10–12. L’equilibrio eterogeneo di dissoluzione del tiocianato di argento è rappresentato dalla seguente reazione:
AgSCN(s) ⇄ Ag+(aq) + SCN–(aq)
L’espressione per il prodotto di solubilità è:
Kps = [Ag+][SCN–]
Definendo x come la solubilità all’equilibrio, abbiamo [Ag+] = [SCN–] = x. Sostituendo nell’espressione del prodotto di solubilità, otteniamo:
Kps = 1.0 ·10–12 = (x)(x) = x²
Da questo si deduce che x, ovvero la solubilità molare, è √1.0 ·10–12, risultando in 1.0 ·10–6 mol/L. Considerando la massa molecolare del tiocianato di argento, pari a 165.95 g/mol, la solubilità in g/L è circa 1.7·10–4 g/L.
Sintesi
La sintesi del tiocianato di argento può avvenire attraverso diverse reazioni di precipitazione. Un metodo comune prevede la reazione tra un composto solubile di argento e un composto che contiene ioni tiocianato. Tra le reazioni più utilizzate ci sono:
nitrato di argento e tiocianato di potassio:
AgNO3(aq) + KSCN(aq) → AgSCN(s) + KNO3(aq)
nitrato di argento e tiocianato di ammonio:
AgNO3(aq) + NH4SCN(aq) → AgSCN(s) + NH4NO3(aq)
È possibile ottenere il tiocianato di argento anche partendo da sali poco solubili, come il cloruro di argento, a condizione che il sali di tiocianato siano più solubili. Ad esempio, il valore del prodotto di solubilità per il cloruro di argento è di 1.8 ·10–10, da cui si evince che, all’equilibrio, la concentrazione degli ioni argento è data da √1.8 ·10–10 = 1.3 ·10–5 mol/L.
In presenza di ioni tiocianato, lo ione argento è in grado di formare AgSCN, spostando l’equilibrio di dissociazione del cloruro di argento a destra, secondo il principio di Le Chatelier. Dall’interazione con ferrocianuri, il ferrocianuro d’argento Ag4[Fe(CN)6] e il ferricianuro d’argento Ag3[Fe(CN)6] possono essere convertiti in tiocianato d’argento, mentre si formano ioni ferrocianuro o ferricianuro.
Un altro metodo per sintetizzare un fotocatalizzatore a base di argento/tiocianato d’argento (Ag/AgSCN) prevede una semplice precipitazione, seguita da una riduzione indotta da luce UV.
Usi
Il tiocianato di argento trova impiego nella produzione di materiali fotoluminescenti, come i quantum dots di perovskite, utilizzati in dispositivi optoelettronici come celle solari e diodi a emissione luminosa. Inoltre, è importante nella sintesi di nanoparticelle d’argento, che hanno applicazioni nella catalisi, nell’elettronica e nella scienza dei materiali.
Le nanoparticelle d’argento generate attraverso questo composto mostrano proprietà antimicrobiche, rendendole utili nei dispositivi medici, nelle medicazioni per ferite e nei rivestimenti. Inoltre, le soluzioni di AgSCN sono utilizzate in contesti elettrochimici per generare rivestimenti in argento con caratteristiche specifiche, come una maggiore conducibilità.
Grazie al suo band gap di 3.4 eV, il tiocianato di argento può essere sfruttato anche come semiconduttore di tipo p. Le sue applicazioni si estendono alla preparazione di tiocianati non metallici, come reagente analitico, nelle emulsioni fotografiche, come intermedio organico, oltre a fungere da fungicida, erbicida e microbiocida.