Beuta

La beuta, detta anche beuta di Erlenmeyer in onore al chimico tedesco Emil Erlenmeyer che la ideò nel 1861 o beuta da titolazione fa parte della vetreria di laboratorio presenta un fondo piatto, un corpo conico e un collo cilindrico.

Grazie alla sua forma consente di agitare le soluzioni senza rischio di fuoriuscita di liquidi ed è tipicamente utilizzata nelle titolazioni. La beuta è prodotta in diversi materiali e in diverse dimensioni, a seconda della funzione che deve svolgere.

Per la presenza del fondo piatto la beuta può essere posizionata su qualunque superficie come una piastra riscaldante o una retina spargifiamma che, posta su un treppiede, consente di uniformare il calore sulla superficie del contenitore da riscaldare.

Caratteristiche della beuta

La beuta è generalmente trasparente sebbene vi siano anche di colore ambrato da utilizzare con composti sensibili alla luce. Ha una scala graduata con volumi approssimativi quindi non può essere utilizzata come strumento accurato ma, per la misurazione dei volumi, si devono usare pipette tarate o graduate, e per misure particolarmente accurate, la buretta.

Tra le caratteristiche vi è la resistenza al calore e agli agenti chimici a causa della composizione chimica del vetro tipicamente utilizzato costituito da vetro Pirex che è meno suscettibile alla rottura se sottoposto a sbalzi di temperatura estremi.

Esso è un vetro borosilicato in cui sono presenti dal 70 all’80% di biossido di silicio, dal 7 al 13% di anidride borica, dal 4 all’8% di ossidi di metalli alcalini tipicamente ossido di sodio e ossido di potassio, dal 2 al 7% di ossido di alluminio. Possono essere presenti ossidi di metalli alcalino-terrosi come ossido di calcio e ossido di magnesio fino al 5%.

Tipi di beuta

Sono disponibili i numerosissimi formati e quelle tipicamente usate sono da 25 mL, 50 mL, 100 mL, 125 mL, 150 mL, 250 mL, 300 mL, 500 mL, 1000 mL. Si possono trovare anche da 2000 mL, 3000 mL, 4000 mL, 5000 mL  e fino a 6000 mL.
Oltre a quella tipica vi sono anche quelle con collo smerigliato utilizzate per contenere soluzioni dopo essere state tappate opportunamente.

beuta da vuoto

Vi sono poi le beute da vuoto, dette anche beute Büchner o beute filtranti che hanno uno spessore molto maggiore per resistere alla differenza di pressione e  presentano un corto tubo di vetro che viene collegato a una pompa da vuoto. Sulla beuta si pone un anello di gomma detto anello Büchner e un imbuto Büchner in cui si mette una carta da filtro.

L’utilizzo di questo tipo di beuta è molto frequente in laboratorio perché consente di accelerare la filtrazione.  Infatti, mentre nella filtrazione normale il liquido fluisce attraverso la carta da filtro grazie all’azione della forza di gravità la gravità, nella filtrazione per aspirazione questa funzione è svolta da un gradiente di pressione. Questa tecnica presenta il vantaggio di offrire una portata variabile a seconda della potenza della pompa utilizzata per estrarre l’aria dalla beuta da vuoto.

Usi

La beuta, insieme alla provetta, è indispensabile nella pratica di laboratorio e viene spesso utilizzata per mescolare soluzioni spesso con l’ausilio di un agitatore magnetico per

titolazione

mantenere la miscela in movimento. Una beuta conica ha un corpo largo ma un collo stretto, riducendo la probabilità di fuoriuscite durante il processo di rotazione.

Ciò è particolarmente importante quando sono presenti acidi forti o basi forti ma soprattutto nel corso delle titolazioni.
In genere, l’uso delle beute coniche includono miscelazione e riscaldamento, conservazione a breve termine e ricerche che coinvolgono accessori come sonde chimiche e sensori.

Sono usate sia nei processi di cristallizzazione che nell’ebollizione di soluzioni grazie al fatto che il collo stretto aiuta a condensare il solvente e riducendone la perdita per evaporazione durante il riscaldamento.

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