Erbicidi: significato e classificazione
Gli erbicidi, noti anche come diserbanti, sono composti chimici ampiamente impiegati in agricoltura per contenere la crescita delle erbacce e, in alcuni casi, favorire lo sviluppo delle piante desiderate. Questi prodotti agiscono impedendo, controllando, annientando o riducendo la crescita delle erbacce indesiderate all’interno di una coltura.
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Storia e sviluppo degli erbicidi
L’utilizzo degli erbicidi risale alla fine del XIX secolo, quando venne testata per la prima volta l’efficacia del solfato di rame contro la Sinapis arvensis, una pianta infestante. Da allora sono state sperimentate varie sostanze per valutarne l’effetto erbicida. Solo negli anni ’30 del secolo scorso, con progressi significativi nel campo della chimica e della tecnologia, si rafforzò l’interesse per gli erbicidi, in particolare per quelli selettivi o sistemici che eliminano le erbacce senza danneggiare le colture.
Classificazione degli erbicidi
Gli erbicidi sono classificati in base alla loro composizione chimica, al metodo di applicazione, alla modalità di azione e al momento dell’applicazione.
Composizione chimica: Si distinguono erbicidi inorganici come acido solforico, ossido di arsenico, acido arsenioso e altri, e erbicidi organici come sali di ammonio quaternari, clorotriazine, composti organici dello zolfo, cloroacetanilidi, fenossiacetici, imidazolinonici e altri.
Metodo di applicazione: Gli erbicidi possono essere classificati in base al punto in cui vengono applicati e alla modalità di azione, agendo sulle foglie o sulle radici.
Modalità di azione: Gli erbicidi possono essere regolatori della crescita o inibitori, mirando alla fotosintesi clorofilliana, ai pigmenti fotosintetici, alla crescita, alla sintesi di acidi grassi, amminoacidi e lipidi.
Tempo di applicazione: Gli erbicidi sono distinti in pre-pianta, pre-emergenza e post-emergenza, a seconda del momento in cui vengono utilizzati.
Erbicidi più diffusi
Tra gli erbicidi più comuni spicca il 2,4-D, un composto appartenente alla famiglia degli acidi fenossiacetici. Questo erbicida è largamente impiegato per combattere le erbe infestanti e favorire la crescita delle colture desiderate.Erbicidi: caratteristiche e meccanismi d’azione
2,4-D: un erbicida sviluppato durante la Seconda Guerra Mondiale
L’acido 2,4-diclorofenossiacetico, comunemente noto come 2,4-D, è un erbicida il cui meccanismo di azione imita quello degli ormoni vegetali noti come auxine, promuovendo una crescita incontrollata e infine la morte delle piante. Scoperto nel corso della Seconda Guerra Mondiale mentre si cercavano agenti per la guerra chimica, si è rivelato inefficace contro le graminacee, ma efficace contro le erbe a foglia larga.
Glifosato: un erbicida a largo spettro
Il glifosato, conosciuto anche come N-(fosfonometil)glicina, è un erbicida non selettivo ampiamente utilizzato. Risalente al 1950, è stato sintetizzato nel 1970 dalla Monsanto Company e, una volta scaduto il brevetto nel 2001, è diventato uno degli erbicidi più utilizzati al mondo. Il glifosato influisce sulla sintesi di amminoacidi come la fenilalanina, triptofano e tirosina, inibendo un enzima coinvolto nel processo all’interno del cloroplasto.
Atrazina: un erbicida selettivo utilizzato per il controllo delle erbe
L’atrazina, appartenente alla classe delle clorotriazine, è stata sintetizzata nel 1958 e utilizzata per il controllo delle erbe annuali e a foglia larga prima che emergano. Come altri erbicidi triazinici, l’atrazina agisce legandosi a una proteina fondamentale per il fotosistema II, causando danni ossidativi accelerati dall’intensità luminosa e interrompendo la catena di trasporto degli elettroni nelle piante.
Questi erbicidi, con meccanismi d’azione differenti, sono fondamentali nel controllo delle infestanti nelle coltivazioni, garantendo la salute e la produttività dei raccolti.