Glucosammina: caratteristiche e utilizzo
La glucosammina, un monosaccaride contenente un gruppo amminico al posto di uno degli ossidrili, è ampiamente presente in natura, principalmente nella forma ciclica anziché lineare. È rinvenibile in varie sostanze naturali come chitine, glicoproteine, glicolipidi e polisaccaridi complessi.
Origini e sintesi
Isolata per la prima volta da Georg Ledderhose nel 1876, la glucosammina si trova in natura solo nell’enantiomero D. Si ritrova nei gusci di crostacei, nelle ossa degli animali, nel midollo osseo e nei funghi. La sua sintesi avviene come glucosammina-6-fosfato, il precursore biochimico degli zuccheri contenenti azoto.
Funzioni e forme
La glucosammina è disponibile in diverse forme, tra cui l’idrocloridrato, la N-acetilglucosammina e il solfato di glucosammina. Quest’ultimo è particolarmente importante in quanto si trova nei tessuti connettivi, inclusa la cartilagine. Per questo motivo, è considerato efficace nel trattamento dell’artrosi e possiede proprietà antinfiammatorie.
Utilizzo e integrazione
In Italia, il solfato di glucosammina è dispensato su prescrizione medica ripetibile. Gli integratori contenenti glucosammina sono disponibili, ma le dosi sono generalmente inferiori a quelle considerate farmacologicamente attive. Tuttavia, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ritiene che al momento manchino prove scientifiche sufficienti per supportare i benefici attribuiti alla glucosammina.
In conclusione, la glucosammina rappresenta un importante composto con potenziali benefici per la salute articolare, ma è fondamentale condurre ulteriori ricerche per confermare le sue proprietà terapeutiche.