Primo Levi: lo scrittore che trasformò la chimica in parole

Primo Levi (1919-1987) è stato uno scrittore e chimico ebraico italiano noto per le sue potenti memorie riguardanti le sue esperienze durante l’Olocausto. Nacque il 31 luglio 1919 a Torino, in Italia  ed era il primo di due figli nati da genitori della classe media i cui antenati erano immigrati in Italia secoli prima per sfuggire alle persecuzioni durante l’Inquisizione spagnola.

Si iscrisse alla Facoltà di Chimica dell’Università di Torino nel 1937.  Il 17 novembre 1938 venero approvate le leggi razziali fasciste che introducevano divieti e obblighi di varia natura nei confronti degli italiani di fede ebraica. Nell’ambito di queste leggi vi era la proibizione per gli ebrei di frequentare le scuole statali.

Tuttavia, poiché Levi si era iscritto prima della loro promulgazione, era esentato dalle nuove leggi, sebbene non dalle loro implicazioni discriminatorie.

Campo di concentramento di Auschwitz

Durante la Seconda Guerra Mondiale, Levi, si unì al movimento di Resistenza antifascista italiana e lavorò attivamente contro l’occupazione tedesca del nord Italia. Nel 1943, fu arrestato dalla milizia fascista e successivamente deportato ad Auschwitz, il campo di concentramento nazista in Polonia.

Levi trascorse quasi un anno ad Auschwitz come prigioniero prima che il campo fosse liberato dall’esercito sovietico nel 1945. Probabilmente sopravvisse solo perché era un chimico e impiegato nell’impianto chimico IG Farben vicino ad Auschwitz.

Dopo la sua liberazione tornò a Torino ma era lo scheletro di sé stesso e, benché avesse trovato lavoro in una fabbrica di vernici, l’esperienza devastante di Auschwitz lo segnò duramente e sentì un forte impulso a documentare le sue esperienze durante l’Olocausto.

Opere di Primo Levi

Primo Levi è conosciuto principalmente per le sue opere che riguardano la sua esperienza durante l’Olocausto e la sua testimonianza della vita nei campi di concentramento nazisti.

Se questo è un uomo

Nel 1947, Levi pubblicò il suo primo libro, “Se questo è un uomo” che è il suo libro più noto, in cui descrive in modo crudo e dettagliato la sua esperienza come prigioniero ad Auschwitz. Il libro racconta la disumanizzazione e la lotta per la sopravvivenza dei detenuti nel campo di concentramento.

Nel libro “La tregua” (1963) che può essere considerato come la continuazione del suo primo libro narra il viaggio di ritorno di Levi in Italia dopo la liberazione di Auschwitz in cui ripercorre la sua avventura attraverso l’Europa devastata dalla guerra. Durante il viaggio, Levi incontra diverse persone e affronta sfide e difficoltà nel cercare di adattarsi alla vita normale dopo le tragedie dell’Olocausto. Il libro esplora temi come l’identità, la memoria e la lotta per la sopravvivenza, offrendo una visione toccante del periodo post-bellico e della difficile ricostruzione dell’esistenza.

L’ultima opera nell’ambito del tema dell’Olocausto è “I sommersi e i salvati” (1986). In questo libro, Levi esplora la natura umana e le complessità dell’Olocausto, concentrandosi sulla sua esperienza personale nei campi di concentramento nazisti.

Attraverso riflessioni e testimonianze, analizza il comportamento degli oppressi e degli oppressori, indagando su temi come la colpa, la memoria e la responsabilità. L’opera offre una profonda meditazione sul significato dell’esperienza dell’Olocausto e sulle sue implicazioni etiche, lasciando una testimonianza duratura delle atrocità e delle sfide morali affrontate durante quel periodo buio della storia.

Il Sistema periodico e Primo Levi

tavola periodica
tavola periodica

L’opera che maggiormente appassiona i chimici è “Il sistema periodico” (1975) in cui Primo Levi utilizza gli elementi chimici come metafore e simboli per raccontare storie sulla vita, sulla scienza e sulla condizione umana. Ogni capitolo è una sorta di racconto che si basa sull’elemento chimico scelto come titolo, e attraverso queste storie, Levi esplora temi come la memoria, l’identità, la chimica come arte e la relazione tra l’uomo e la natura.

“Il sistema periodico” è un’opera letteraria innovativa che fonde l’esperienza scientifica di Primo Levi con la sua sensibilità di scrittore, creando un connubio unico tra scienza, storia e letteratura. Il libro è considerato una delle sue opere più rilevanti ed è ampiamente studiato e apprezzato sia in ambito letterario che scientifico.

Il sistema periodico

È una raccolta di storie, per lo più autobiografiche, ognuna delle quali è incentrata su un elemento e quindi vi sono capitoli intitolati, ad esempio, Argon, Idrogeno, Zinco e Arsenico. Nel capitolo intitolato Potassio Primo Levi racconta un’esperienza che ebbe quando frequentava, durante il quarto anno di Chimica, un corso obbligatorio di fisica per chimici. Gli fu data la possibilità, da un giovane assistente, di preparare del benzene distillato.

La ricetta prevedeva l’uso del sodio metallico necessario, nella fase finale, per assorbire l’acqua residua.

Primo Levi perlustrò l’Istituto ma, non trovando il sodio, ritenne che potesse essere sostituito dal potassio che ha proprietà simili appartenendo allo stesso gruppo dei metalli alcalini. Dopo aver condotto l’esperimento lavò il pallone di reazione ma, evidentemente, era rimasto, all’interno di esso un piccolo pezzo di potassio che, a contatto con l’acqua diede luogo a una reazione esplosiva. In Chimica il “quasi lo stesso” non è lo “stesso”, e i dettagli fanno la differenza

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