Vitamina K: scoperta, funzioni e fonti alimentari
La vitamina K è una vitamina liposolubile che fa parte di un gruppo di composti simili nella struttura o nella funzione. La vitamina K1, chiamata anche fillochinone, è prodotta nelle piante a foglia verde e svolge un ruolo chiave nella fotosintesi. D’altra parte, le nove varietà di vitamina K2 derivano dai batteri e supportano diverse vie biologiche.
La vitamina K si trova in alcuni alimenti, come verdure a foglia verde, cavolfiore e fegato. Tuttavia, la sua principale fonte è la sintesi da parte dei batteri nell’intestino.
Le vitamine K sono suddivise in tre gruppi: K1 (fillochinone), K2 (o metachinone) e K3 (menadione). La K1 e la K2 sono di origine naturale, mentre la K3 è di origine sintetica.
La vitamina K svolge un ruolo essenziale come cofattore per la carbossilazione dei residui di acido glutammico in molte proteine dipendenti dalla vitamina K (VKDP). Queste proteine sono coinvolte nella coagulazione del sangue, nel metabolismo osseo, nella prevenzione della mineralizzazione dei vasi e nella regolazione di varie funzioni cellulari.
La vitamina K favorisce la coagulazione del sangue, contribuendo alla sintesi di vari fattori, in particolare della protrombina. Inoltre, funge da cofattore per l’enzima γ-glutamilcarbossilasi (GGCX), catalizzando la carbossilazione dell’acido glutammico in acido γ-carbossiglutammico (Gla).
Nonostante sia liposolubile e accumulata nel fegato, la vitamina K si esaurisce rapidamente senza un’assunzione regolare con la dieta. Il corpo la ricicla attraverso un processo chiamato ciclo della vitamina K, diminuendone così il fabbisogno alimentare. Questo ciclo di ossidazione e riduzione consente il riutilizzo della vitamina K.