Buone notizie che ti faranno sorridere – o forse no, se sei un guastafeste ambientalista! In un mondo che spesso sembra un disastro, ecco le 5 belle storie della settimana che dimostrano che non tutto è andato a rotoli: dall’uccello kiwi che è tornato dall’ “oblio” in Nuova Zelanda, alle piste ciclabili italiane che si allungano come spaghetti senza fine, fino alla prima legge anti-deepfake in Danimarca che dirà “basta” alle facce finte. E non dimentichiamo le celle solari subacquee che funzionano meglio sott’acqua – perché, diamine, anche l’energia vuole la sua privacy! – e una piattaforma per salvare squali e razze prima che finiscano nei menù sbagliati. #BuoneNotizie #ScienzaCheFunziona #NaturaRinasce #DeepfakeOut #EcoVittorie
Preparatevi a un’iniezione di ottimismo sfrenato, perché queste storie vi faranno credere che il pianeta non è ancora completamente perso. In Nuova Zelanda, l’uccello kiwi pukupuku – quel buffone senza ali che sembra un peluche impazzito – è riemerso dopo quasi 50 anni di silenzio assordante, proprio quando tutti pensavamo fosse un caso da manuale di estinzione. Questa creatura, così vulnerabile ai predatori che i suoi pulcini uscivano dal nido e praticamente gridavano “mangiatemi!”, è stata confermata tramite test del DNA: circa 2.000 esemplari sopravvivono sulle isole offshore, e ora uno è stato avvistato sulla terraferma. Chiamatelo miracolo o semplice fortuna, ma è un bel ceffone alla sconfitta ecologica.
Passando all’Italia, le piste ciclabili sono diventate una mania nazionale: nel 2023 hanno raggiunto i 5.758,9 km, con un balzo del 27,4% in soli cinque anni. Bergamo e Padova guidano la carica, offrendo più spazio ai pedalatori che ai soliti ingorghi di auto – perché, diciamocelo, chi ha bisogno di motori quando puoi sudare in sella? Dal 2000, la rete è cresciuta del 7,5% all’anno, sfidando burocrazie e spazi limitati, e ora due capoluoghi su tre hanno almeno 10 km di piste. È come se l’Italia stesse dicendo: “Muovetevi, gente, prima che il traffico vi inghiotta!”
In Danimarca, invece, stanno per approvare la prima legge europea contro i deepfake, quella roba di IA che trasforma foto e video in bugie digitali. La proposta riconosce il diritto d’autore sul tuo volto, corpo e voce – come se fossimo tutti star del cinema improvvisamente protette. Entro il 2026, potrai far rimuovere qualsiasi contenuto creato senza il tuo consenso e persino chiedere risarcimenti, con sanzioni pure per le piattaforme che ospitano queste frodi. È un colpo duro all’IA che gioca a fare Dio, tutelando chiunque, non solo i VIP.
E ora, un po’ di scienza che sfida le regole: un team italiano ha testato le prime celle solari subacquee fatte di perovskite, dimostrando che funzionano meglio immersi che all’aria aperta. Queste diavolerie, sviluppate dal Cnr e altri, hanno prodotto più energia nei primi centimetri d’acqua, con un picco di efficienza fino all’8% a 0,5 cm di profondità. Immaginate: pannelli solari che sguazzano come pesci, resistendo per 120 ore senza corrodersi, grazie a un’incapsulazione furba. È roba che fa impallidire i vecchi pannelli terrestri – un vero schiaffo all’innovazione pigra.
Infine, il WWF ha lanciato la piattaforma tSharks per monitorare squali e razze nel Mediterraneo, dove più della metà di questi predatori è a rischio. Questi animali, essenziali per mantenere l’equilibrio marino – squali in cima alla catena alimentare e razze che sostengono i fondali – ora verranno tracciati con etichette non invasive. Già 2.500 esemplari sono nel sistema, e chiunque, dai ricercatori ai pescatori, potrà segnalare avvistamenti. È una mossa da eroi per salvare queste creature prima che diventino ricordi del passato – perché, alla fin fine, un mondo senza squali è solo un acquario impoverito.