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ImmagineLatrodectus tredecimguttatus (malmignatta). Credit: Onofrio Panzarino, via Wikimedia Commons

La Malmignatta, nota anche come Vedova nera (Latrodectus tredecimguttatus), è una delle due specie di ragni presenti in Italia che possono causare reazioni di rilievo a livello medico attraverso il loro morso. Si trova frequentemente in ambienti aridi, pietrosi e secchi, come muretti e aree rocciose. Questa specie rappresenta un rischio particolarmente significativo per agricoltori e braccianti che, durante la raccolta, possono entrare in contatto accidentale con questi ragni. La distribuzione della Malmignatta è ampia, coprendo l’intero bacino del Mediterraneo, oltre che regioni di Ucraina, Russia, Medio Oriente, Asia centrale e Cina, tutte aree con climi caldi e aridi. I nomi comuni con cui è conosciuta in Italia sono evocativi: il termine Malmignatta deriva da “malo” (cattivo) e “mignatta” (sanguisuga), mentre il nome Vedova nera si riferisce al comportamento predatorio delle femmine che divorano il maschio dopo l’accoppiamento.

Struttura e habitat della Malmignatta

Il nome scientifico Latrodectus tredecimguttatus rispecchia le peculiarità morfologiche di questo ragno, il quale presenta zampe nere e lucide, con un corpo scuro decorato da tredici macchie rosse. Questo contrasto cromatico serve come avvertimento per predatori, segnalando una potenziale tossicità. La femmina, che può raggiungere i 15 mm di lunghezza, è significativamente più grande del maschio, il quale misura solamente tra i 4 e i 7 mm. La Malmignatta fabbrica una ragnatela poco fitta e spesso disordinata tra l’erba, scegliendo rifugi tra sassi e zolle di terra per deporre uova. Una volta fecondate, le uova si schiudono dopo 3-6 settimane.

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Questa specie è attiva da maggio a novembre ed è abile nel vivere in ambienti esposti al sole e privi di umidità. Può nascondersi tra la vegetazione bassa, le rocce o persino tra gli attrezzi agricoli, complice la loro sporcizia. Nonostante la sua reputazione, il ragno non attacca se non si sente minacciato. È importante notare che i ragni, a differenza di molti insetti ematofagi, non cercano di pungere gli esseri umani per nutrirsi di sangue.

Rischi legati al morso della Malmignatta

Il genere Latrodectus, al quale appartiene la Malmignatta, è vastamente studiato poiché i suoi morsi possono provocare reazioni significative. Il veleno della Malmignatta contiene α-latrotossina, una potente tossina che può interagire con le cellule nervose, causando una sindrome nota come Latrodectismo. Questa reazione è caratterizzata da crampi, rigidità muscolare e gravi reazioni allergiche.

Non esistono statistiche precise relative ai morsi di questo ragno, poiché individuare il tipo di esemplare responsabile di un morso può risultare complesso. Tuttavia, si stima che i casi di morso siano rari, dato che la Malmignatta è un ragno vilipeso e non aggressivo, che vive in luoghi poco frequentati come cespugli e prati incolti. In effetti, i dati americani indicano che i morsi di ragno causano meno di tre decessi l’anno, mentre in Svizzera si riportano mediamente 55 morsi ogni milione di abitanti, di cui solo una piccola parte presenta una rilevanza medica.

Diversamente dal Ragno violino, il morso della Malmignatta provoca un dolore immediato e crescente, che può durare da uno a due giorni. I sintomi sistemici includono forte sudorazione, nausea, cefalea, febbre e crampi addominali. A livello locale, si possono osservare gonfiore e arrossamento. Sebbene vi siano possibilità di reazioni allergiche severe, la fatalità è rara: fino al 2020 si registrano solo due decessi in seguito a morsi di Malmignatta.

Secondo uno studio condotto in Albania dal 2009 al 2018, diversi fattori influiscono sulla gravità degli effetti del veleno: in estate, quando le femmine diventano più aggressive, il veleno risulta più pericoloso. La massa corporea del soggetto che subisce il morso influisce significativamente, risultando letale per bambini di peso inferiore ai 15 kg. Gli operatori agricoli, lavorando all’aperto in estate, sono particolarmente esposti ai morsi, specialmente se non protetti. Se morsi da una Vedova nera, è consigliato pulire la ferita, applicare ghiaccio per alleviare il dolore e recarsi immediatamente al Pronto Soccorso per ricevere le cure necessarie, incluso l’antidoto nei casi più severi. Particolare attenzione deve essere prestata a bambini, anziani e individui con problematiche di salute preesistenti, poiché potrebbero necessitare di ricovero ospedaliero.

Fonte Verificata

Abitazioni in Italia e consigli su cosa fare in caso di morso.

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