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Accusata la teoria dell’evoluzione di Darwin nel processo alla scimmia: il caso che divise scienza e fede

Sconvolgente! 100 anni fa, un coraggioso prof di biologia sfidò i bigotti religiosi del Tennessee, finendo sul banco degli imputati per aver osato dire che gli umani vengono dalle scimmie invece che dal paradiso biblico. Chiamato “Il Processo alla Scimmia”, questo caos legale espose l’ipocrisia americana, con John Scopes che pagò caro per difendere la contro i fanatici. #ScopesTrial #EvoluzioneVietata #LibertàSottoAttacco

Preparatevi a un tuffo nel passato scandaloso: nel 1925, il Tennessee si è trasformato in un circo mediatico con il cosiddetto “Processo alla Scimmia”, dove John Scopes, un professore di biologia e allenatore di football di soli 24 anni, è stato sbattuto in tribunale per aver insegnato la teoria di Charles Darwin. Questa pagliacciata era scatenata dal Butler Act, una legge ridicola che rendeva illegale diffondere qualsiasi idea che contraddicesse la storiella biblica della creazione divina, come se Dio in persona avesse redatto i libri di testo.

Il Butler Act, approvato il 13 marzo 1925, era un capolavoro di fanatismo: “Sia decretato che sarà illegale per qualsiasi insegnante… insegnare qualsiasi teoria che neghi la della creazione divina dell’uomo come insegnata nella Bibbia e insegnare invece che l’uomo discende da un ordine inferiore di animali”, con multe salate da 100 a 500 dollari per chi osava opporsi. L’American Civil Liberties Union, stufa di tanta idiozia, ha reclutato Scopes come capro espiatorio volontario per smascherare questa buffonata, evidenziando il contrasto con un libro di testo statale che parlava proprio di evoluzione.

Il processo è partito il 25 maggio a Dayton, con Scopes difeso dal progressista Clarence Seward Darrow e accusato dall’ex Segretario di Stato William Jennings Bryan, un politico ossessionato dalla Bibbia. È stato il primo evento legale trasmesso via negli USA, attirando un’attenzione mondiale e trasformando una città sonnolenta in un ring tra scienza e superstizione. Scopes è stato dichiarato colpevole e multato di 100 dollari, ma la sentenza è stata annullata due anni dopo—perché, ovviamente, non era lui il vero bersaglio, ma quella assurda legge che è rimasta in vigore fino al 1965.

Questa follia è stata immortalata nel film del 1988 “1925: processo alla scimmia”, e il Museo dello Stato del Tennessee ancora oggi celebra i dettagli di questa farsa, ricordandoci quanto possano essere pericolosi i matti con il potere.

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