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Albert Einstein ribalta la scienza del secolo scorso con scoperte geniali e controverse di un ribelle intellettuale

Einstein: Il Genio Ribelle che Sconvolse l’Universo e Fece Invidia ai Nazisti!
Avete presente quel tizio con i capelli da pazzo che ha stravolto spazio, e tutto quanto? Albert Einstein, il fisico tedesco che ha inventato E=mc² e fatto incavolarsi i bigotti con la sua relatività, ha vissuto una vita epica: dal Nobel per l’effetto fotoelettrico al flippar via dalla Germania nazista per finire a Princeton. Ma ecco la bomba: ha pure supplicato Roosevelt di "rimanere umani" contro le armi nucleari. Preparatevi a un viaggio selvaggio nella scienza! #Einstein #Relatività #ScienzaRibelle #GenioPazzo

Il fisico che ha letteralmente fatto saltare in aria i concetti di spazio e tempo con la sua teoria della relatività e la celeberrima E=mc², vincendo il Nobel nel 1921 per l’effetto fotoelettrico, è stato molto più di un cervello in un corpo: Albert Einstein era un ribelle con un tocco di follia, e la sua vita è una storia da urlo che merita di essere raccontata peli sulla lingua.

Chi è e cos’ha fatto Albert Einstein
Einstein, il tedesco del XX secolo che si è dato alla macchia diventando statunitense e svizzero, è nato a Ulma nel 1879 da una famiglia ebraica – e già lì, con quel background, aveva i guai assicurati. Dopo giri tra Monaco e Milano, atterra a Zurigo, si becca un dottorato nel 1905 e boom: quell’anno è stato un trip pazzesco, con sei articoli che hanno fatto tremare la scienza. Tra questi, l’articolo sull’effetto fotoelettrico che gli è valso il Nobel nel 1921, e quel capolavoro Sull’elettrodinamica dei corpi in movimento, dove ha buttato giù la prima versione della relatività ristretta – roba che ha fatto incavolarsi i vecchi barboni della fisica.

Tra il 1909 e il 1914, Einstein insegnava a Zurigo come un professore rockstar, poi lo chiamano a Berlino per l’Accademia Prussiana delle Scienze, dove la sua teoria della relatività generale ha avuto la conferma con l’eclissi solare del 1919 – un evento che ha zittito i criticoni. Ma ecco la parte succosa: mentre i colleghi nazisti gli tiravano m… ehm, critiche continue, lui se ne è rimasto lì fino al 1933, quando Hitler sale al potere e Einstein scappa a Princeton, USA, per continuare a fare danni fino al 1955. Prima di crepare, ha mandato una lettera pacifista a Roosevelt, implorandolo di "rimanere umani" contro le armi nucleari – un colpo basso che ha fatto tremare i palazzi del potere.

L’effetto fotoelettrico
Nel 1905, il ventiseienne Einstein pubblica tre pezzi bomba su Annalen Der Physik, con l’obiettivo di ribaltare l’elettromagnetismo, la meccanica e la termodinamica – un bel paio di cogl… ehm, coraggio, per dirla educatamente. Nel primo, Su un punto di vista euristico riguardo la produzione e la trasformazione della luce, ipotizza che la luce sia sia onda che particella, con questi pacchetti di chiamati quanti (o , come li ha ribattezzati nel 1926). Questo ha scatenato il casino che ha fondato la meccanica quantistica, e ha spiegato l’effetto fotoelettrico: i fotoni picchiano su una superficie metallica e boom, sputano elettroni. Roba che ha cambiato il gioco, e gli ha fruttato quel Nobel tanto discusso.

La relatività ristretta
Sempre nel 1905, Einstein non si è fermato e ha buttato giù la relatività speciale con due postulati da urlo: la luce viaggia nel vuoto a una velocità fissa "c", che se ne frega del moto della fonte, e le leggi della fisica valgono per tutti gli osservatori in sistemi inerziali. Risultato? Il moto è relativo, tranne quando si avvicina alla velocità della luce – e all’inizio, tutti lo guardavano come un matto, perché non era facile da testare. Ma lui ha proseguito, e nel 1907 ha partorito l’equivalenza tra massa ed energia con la famosa E=mc² – equazione che ha aperto le porte a un mondo di guai, tipo le bombe atomiche.

Teoria della relatività generale
Dieci anni dopo, nel 1915, Einstein lancia la relatività generale, una descrizione epica di spazio, tempo, materia e gravità che ha fatto a pezzi la vecchia legge di Newton. Secondo lui, l’universo si deforma per via di masse giganti come pianeti e stelle, distorcendo persino i raggi luminosi – roba da film di fantascienza. E indovinate? È stato confermato dall’eclissi solare del 29 maggio 1919, con Arthur Eddington che ha annunciato al mondo: "Einstein ha ragione, e tutti gli altri possono andare a quel paese!"

Dov’è il cervello di Einstein?
La storia di Einstein diventa ancora più folle dopo la morte: aveva chiesto di essere cremato, ma il dottore Thomas Harvey ha pensato bene di rubare il suo cervello durante l’autopsia. L’ha conservato per 30 anni, e una volta che la famiglia l’ha scoperto, l’hanno diviso in 240 parti, spedite a vari ricercatori – la parte più grossa è ancora all’ospedale di Princeton. Insomma, anche da morto, Einstein continua a far parlare di sé, come un trofeo scientifico che non smette di stupire. Che genio del cavolo!

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